Che tramBusto: «O io, o loro». Oggi la verità

L’ultimatum del sindaco Antonelli: 24 ore poi la resa. Bianchi lo segue: “Si dimettano”

– Dopo lo strappo sulla presidenza del consiglio, la resa dei conti in maggioranza. Il sindaco concede un giorno in più alla Lega Nord: entro oggi vuole la “testa” dei due ( e ), altrimenti procederà le dimissioni. Anche se in molti lo invitano a «non mollare». La giornata di ieri, nonostante una notte insonne e una “tempesta” di messaggi di sostegno per chiedergli di «non mollare», il sindaco Emanuele Antonelli l’ha trascorsa come se la sera prima nulla fosse accaduto. Alle sei del mattino era già da Pino, al bar Regina di via Fratelli d’Italia, a fare colazione, e alle sette e mezza era nel suo ufficio.

La mattinata l’ha passata con i sindaci del territorio per discutere sulla “patata bollente” Accam e nel pomeriggio ha presieduto la seduta, già convocata, della giunta comunale. Approvando, tra l’altro, una delibera che gli stava molto a cuore, quella del progetto di sistemazione del “parcheggione” di vicolo Crocifisso, nel quartiere San Michele.Tra un impegno di lavoro e l’altro, la conference call a mezzogiorno con i segretari provinciali della maggioranza, per studiare come uscire dal pasticciaccio dello strappo sull’elezione del presidente del consiglio comunale. Di fronte ai tentativi di farlo ragionare rispetto ai propositi di dimissioni, Antonelli è stato irremovibile, e ha concesso soltanto 24 ore in più per l’ultimatum che aveva dato la sera prima al segretario provinciale della Lega Nord Matteo Bianchi. «O io, o loro»: la richiesta ribadita dal sindaco.

“Loro” sono Paola e Giampiero Reguzzoni, identificati anche dal Carroccio come i principali artefici dello “sgarro” che ha portato all’elezione di un esponente Pd alla guida dell’assemblea. «Se rimangono in consiglio tutt’e due, liberi di agire, mi dimetto io» il diktat di Antonelli. La risposta di non si è fatta attendere: ai consiglieri del gruppo leghista vengono chieste «dimissioni in bianco» entro le 17 di oggi. Per chi non si adegua (Paola Reguzzoni sembra intenzionata a resistere,

a Giampiero invece verrebbe chiesto di fare un passo indietro in Comune per rimanere in Consiglio regionale), tira aria di espulsione. Intanto il sindaco medita la revoca delle presidenze delle società partecipate, come in suo potere entro 45 giorni dall’insediamento: nel mirino la leghista . Poi Forza Italia, se la crisi di giunta si rimarginerà (gli assessori azzurri sono pronti a rimettere le deleghe), chiederà una compensazione: potrebbe saltare un assessore (Lega o Lista Antonelli) per un forzista.