Ciclone Salvini

Il segretario della Lega è straripante ai Molini Marzoli dopo un pomeriggio in giro per il Varesotto. Avvertimento agli alleati: «Patti chiari, amicizia lunga: non commettiamo ancora gli stessi errori del passato»

Un straripante ai Molini Marzoli: cento giorni per la vittoria. Ne ha per tutti. Dagli alleati: «Patti chiari, non possiamo ricommettere gli errori del passato». Ai dissidenti interni: «Siamo orgogliosi delle nostre radici, ma dobbiamo guardare avanti». Ai militanti: «Siamo senza una lira, sentitevi arruolati per la campagna elettorale».

Dopo un pomeriggio-sera portato in giro come una trottola per la provincia di Varese, da Mercallo a Cairate («il segretario provinciale mi ha organizzato un pomeriggio rilassante…» ha scherzato il leader), a Busto Arsizio c’è la sala Tramogge piena per accoglierlo con un grande applauso, dopo che hanno parlato i sindaci leghisti per intrattenere la platea e far passare l’ora di ritardo rispetto alle attese. Salvini è un fiume in piena, e arringa la platea bustocca per quasi un’ora.

Lanciando una campagna elettorale che sarà un vero tour de force: «Guardate i Tg, ci stanno proponendo una realtà virtuale al posto quella reale – esordisce il segretario leghista – per una settimana ci hanno propinato hacker russi e Facebook, poi l’allarme fascismo, con i grandi giornali che prima di mettere la notizia del vigilante accoltellato dai nordafricani ad un McDonald’s aprono con la bandiera del Reich in caserma a fianco di quella di Salvini con mitragliatrice. Il fotomontaggio di un gioco elettronico, visto che io non ho neanche il porto d’armi…».

Il leader del Carroccio arriva subito al punto: «Se fanno così hanno paura, e faranno così ancora per i prossimi cento giorni – sottolinea – perché si vota tra cento giorni, e passano domani mattina. Ecco perché ho bisogno di voi per riportare al centro del dibattito la vita reale, con le nostre soluzioni». Quelle della Lega, «come abolire lo sconto di pena automatico per assassini e stupratori che invocano il rito abbreviato. È stato approvato Camera con gli unici emendamenti contrari non solo da Sinistra Italiana e Mdp, ma anche da Forza Italia». La questione dell’alleanza di centrodestra è centrale: «Con gli alleati, patti chiari e amicizia lunga – il monito di Salvini, in una platea in cui ci sono diversi esponenti azzurri di Busto – ma anche all’interno della Lega sarebbe bene che fosse chiaro qual è il problema e quale il sottoproblema, quali sono le priorità».

Il pensiero va subito al principale alleato, : «Parla di 1000 euro di pensione sociale, ma oggi un signore di mi chiede, “ma io che ho pagato per più di 30 anni i contributi per averne 700 sono più scemo degli altri?”. La riforma delle pensioni, che la si sottoscriva dal notaio o dal macellaio o dal farmacista, va presentata prima del voto, e non dopo il voto: e per me andare in pensione a 67 anni è immorale ed economicamente sbagliato».

Il rapporto con gli alleati, un refrain: «Con loro discuteremo, siamo di buon senso e a me interessano i risultati finali. Ma la prima legge del nuovo Consiglio dei Ministri del centrodestra – detta la linea Salvini – sarà l’archiviazione della legge Fornero, su quello non si discute».

Ecco perché, l’appello ai militanti, «c’è bisogno di una Lega forte, inclusiva, compatta. Io amo il dibattito, ma di dibattito non si può morire – l’avvertimento a chi all’interno prova a “strappare” – da militanti e sindaci abbiamo il dovere di guardare avanti per vincere, orgogliosi dalle nostre radici, sì, ma guardando avanti».

Anche perché, Salvini lo ammette, le condizioni con cui parte la campagna elettorale non solo delle migliori: «Non abbiamo una lira in cassa, non abbiamo una TV, non abbiamo una banca, manco un treno come Renzi che girato come un piffero spendendo 400mila euro per raccattare insulti – a proposito, è passato da Busto? Vi ha promesso 80 euro?». Oltre al Pd nel mirino anche i Cinque Stelle: «Peggio che andare di notte, sono bravi a dire No ma quando governi devi saper dire anche Sì,

e noi da vent’anni governando lo dimostriamo». Salvini a volte scherza, ma quando pensa al voto si fa serio: «Ogni giorno sarà una battaglia, l’unica cosa che posso fare sono cinque comizi al giorno, faremo fatica ma è meglio avere le tasche vuote e il cervello pieno piuttosto che le tasche piene e il cervello vuoto». Messaggi chiari anche a chi contesta la svolta “nazionale” del movimento: «Bisognerà correre, ma visto che non è una battaglia locale ma va oltre, fino a Bruxelles, o cominciamo a farci valere là oppure qui, a Busto e a Varese, possiamo solo mettere le toppe. Ci sarà bisogno di movimento internazionale, se no ci cancellano».

Anche il “caso Bossi” viene affrontato, sdrammatizzando: «Mi dà del coglione da vent’anni, me lo dava da segretario a militante e ora me lo dà da presidente a segretario, ormai ci sono abituato…». Ai militanti lancia un appello: «Sentitevi arruolati. Perché dobbiamo riconfermare la Lombardia e dobbiamo vincere le politiche. Ce la faremo, perché la vita reale prevale sempre su quella virtuale».

Ma vincere per governare, l’ennesimo monito di Salvini agli alleati: «Non ho paura del centrosinistra, ma il centrodestra non ricommetta gli errori del passato, la gente non lo accetterebbe più. Diciamo quali confini ha il centrodestra prima del voto, agli elettori diciamo dove andiamo e cosa facciamo. Ad esempio, chi sta governando con il centrosinistra da sei anni non può essere alleato con il centrodestra. A volte dire No è necessario, in passato certi Sì ci sono costati cari».

Il grande assente, per un contrattempo familiare, è il governatore . Anche per lui è pronto un messaggio: «La trattativa per l’autonomia è iniziata, io sto dietro come San Tommaso, ma la chiudiamo solo se oltre ai poteri arrivano anche i quattrini. Altrimenti ad aprile con Zaia e Maroni la trattativa dura un quarto d’ora, e li darò io tutti i poteri e i quattrini».