Educatrici, primo spiraglio: «Se c’è soluzione la troveremo»

Faccia a faccia a Palazzo, in campo l’assessore al personale Chiesa

Caso educatrici, confronto serrato davanti al portone del municipio tra l’assessore al personale e le maestre degli asili nido e delle scuole dell’infanzia. Si apre lo spiraglio per una trattativa. «Riapriamo il tavolo sugli orari» chiedono i sindacati. «Tifavo per voi quando attendevamo il parere – ammette Chiesa – se c’è una via d’uscita per sanare la situazione, ben venga».

Una mattinata convulsa, con le educatrici e i sindacalisti in assemblea fuori da palazzo Gilardoni, che si conclude con un confronto schietto con l’assessore Chiesa. «O si vuole trovare un accordo che risolva problemi che sono anche della cittadinanza, oppure siamo alla politica muscolare – sintetizza , di Cub Pubblico Impiego – se ci tenete tanto all’educazione, dimostratelo».

Ma Alessandro Chiesa, che tra l’altro è anch’egli genitore di un bimbo che frequenta un nido, ha ammesso che la volontà di trovare una soluzione non manca: «Ad Aran abbiamo posto un quesito non generico, ma molto specifico con allegati gli orari di lavoro, tifavo per voi ma se il parere non vi dà ragione cosa ci possiamo fare? Poi c’è stato un muro contro muro e una conciliazione fallita. Mi rendo conto che è antipatica ma è conseguenza di un’azione fatta prima del nostro arrivo. Da parte nostra non c’è nessuna preclusione, se ci fosse una via d’uscita per sanare questa situazione, ben venga».

(Adl) raccoglie l’assist: «Allora riapriamo il tavolo sugli orari di lavoro?». Passata la prossima commissione già convocata, le parti potranno instaurare la trattativa. Alla fine a Chiesa arrivano i ringraziamenti dei sindacalisti («ci ha messo la faccia, non come il sindaco») e delle educatrici: «Grazie all’assessore perché è uscita la parte umana» dice a voce alta una maestra.

I politici di opposizione presenti bocciano l’atteggiamento dell’amministrazione. (M5S) chiede chiarezza: «Il contratto decentrato non può essere peggiorativo rispetto a quello nazionale». Per (Pd), «si poteva aprire prima un tavolo di trattativa, mentre adesso c’è il problema di luglio che è dietro l’angolo, e su cui faremo subito una nuova interrogazione. Colpisce che dall’assessore arrivi prima una chiusura netta, poi dichiarazioni più distensive». Verga ha chiesto e ottenuto la convocazione di una commissione per il 23 maggio, e spera che quella possa essere la sede «dove possano arrivare delle risposte».