«Grave cacciare Riva e i suoi elettori. Ma le carte le dà Antonelli. Finché ne ha»

Il forzista Luciano Lista irrompe sul rimpasto: «Chi ha consenso merita rispetto»

«Riva fuori? Fatto grave, ma è Antonelli che dà le carte. Finché non finiscono… Le regionali? Busto legittimata ad esprimere un proprio candidato in Forza Italia».

Nel bel mezzo della quiete dopo la tempesta (del rimpasto) irrompe l’esponente forzista Luciano Lista, già assessore a Busto, dove è sempre molto presente e ascoltato, e da poco vicesindaco dimissionario a Cislago.

Le motivazioni delle dimissioni albergano in comportamenti politici e personali poco edificanti e poco ortodossi, che hanno a che fare con l’abc della convivenza politico-amministrativa, di alcuni esponenti di maggioranza, ampiamente denunciati nella mia lettera di dimissioni e non hanno nulla a che vedere con i rapporti con la Lega Nord e con l’unità d’intenti politica. A Cislago rimango consigliere comunale perché il patto con i cittadini è sacrosanto e non si rompe mai, ma Busto ce l’ho sempre nel cuore. Lì ho mosso i primi passi politici e ho le mie più importanti amicizie, che continuo a sentire e incontrare.


Ho contribuito a candidare, e far eleggere, Carmine Gorrasi e Mariangela Buttiglieri, nonché a sostenere Gorrasi nella nomina a commissario. Lì il mio lavoro è cessato: devono continuare con le loro gambe a percorrere quella che è, forse, la loro passione. Detto ciò, non sono iscritto a Busto, ma tanti iscritti di Busto si riconoscono in me.


Proprio perché questi amici di sempre volevano fortemente la mia presenza. Ma il sindaco Antonelli ha detto no e va rispettato. Oggi le carte le dà lui, sperando che non finiscano.


Ormai fa parte del modus operandi della nuova politica l’uso delle persone che hanno consenso. Non è la politica in cui mi riconosco, ma il mazziere non sono io. Chi ha consenso merita rispetto, ma lo meritano di più i suoi elettori, e più il numero è elevato e più rispetto a loro va riservato.

Fatto grave nei confronti di una persona perbene e competente, dopo 10 anni di gavetta in Comune, che ha dovuto fare spazio, sotto pressione mediatica creata ad arte, a Gigi Farioli e, secondo l’ultima edizione del teatrino politico bustocco, ad Orazio Tallarida. Ma anche in questo caso il mazziere ha dato le sue carte.


Quando fece inizialmente la scelta di non voler entrare in giunta, per primo concordai, ma la prospettiva dell’ingresso in giunta di chi non aveva rappresentanza popolare avrebbe rappresentato un ulteriore schiaffo morale e politico a chi, in un contesto difficile, ci aveva messo la faccia.

Ho sentito anche di parole forti. Non è plausibile che il capo di un’amministrazione che proviene da un’esperienza politica in An e Pdl chiuda le porte ad una politica navigata rappresentante dell’amministrazione. Ci saranno motivi che il sindaco non rende noti, ma che non hanno logica in politica.

Spero che certi patti di civici con Forza Italia non generino confusione in quell’elettorato bustocco che, avendo scelto di non votare i partiti, improvvisamente vede i propri rappresentanti militanti di un partito a sostegno del più militante dei candidati. Di certo sarebbe legittimo che Busto, la città più importante in termini numerici di voti per Forza Italia, esprima un proprio candidato.