Il 25 Aprile spacca in due Saronno. Anpi e Comune separati “in casa”

In città cortei distinti. Il sindaco Alessandro Fagioli: «La libertà non è un’espressione unilaterale»

Saronno come Roma: due cortei per un 25 aprile che divide.

Il sindaco leghista Alessandro Fagioli attacca, prendendo spunto dalle vicende saronnesi: «La libertà non è un’espressione unilaterale».

Anche nella Città degli Amaretti la Festa di Liberazione è caratterizzata da due celebrazioni distinte in una città blindata. Prima si svolge quella ufficiale con l’amministrazione comunale, le associazioni d’arma e le forze dell’ordine, con il discorso del sindaco Alessandro Fagioli in fascia tricolore, a seguire quella dell’Anpi, insieme alle associazioni antifasciste e agli anarchici del centro sociale Telos.

Il sindaco Fagioli, in piazza Caduti Saronnesi, non risparmia frecciate: «Per fortuna, libertà è anche non condividere – afferma il sindaco leghista – la giornata di oggi è stata organizzata per ricordare una delle date più importanti della nostra storia. Ne abbiamo condiviso i contenuti con tutti coloro che, tradizionalmente, partecipano a questa celebrazione. Libertà è anche dissentire dal metodo, non è certo libertà affermare che le istituzioni, in questo giorno, non abbiano fatto il proprio dovere, credendo che la libertà sia una espressione unilaterale, l’espressione univoca ed unilaterale è l’anticamera del pensiero unico e delle dittature».

Fagioli fa anche un riferimento alla vicenda dei manifesti contro i “profughi”, per la quale la Lega saronnese è stata condannata in tribunale: «È proprio a Saronno che si sviluppa l’attacco contro la Libertà dell’espressione politica attraverso denunce e processi. Le forze del male non hanno un solo colore politico, ma è il male del pensiero unico che rischia di annidarsi e radicalizzarsi in ogni gruppo».

L’altro corteo, quello dell’Anpi con la banda che tra cori per la Resistenza e antifascisti attraversa la città accompagnato dai ragazzi di Telos.

Alla Prepositurale per i discorsi ufficiali dei partigiani, non c’è il gonfalone dell’amministrazione comunale.

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