Il Baff “pensa” a Marcella Lotti, la bustocca del cinema anni ’40

Il Busto Arsizio Film Festival vorrebbe riscoprire durante la prossima edizione la sua diva più famosa

Il Baff è pronto a ricordare l’attrice bustocca , la diva del “cinema dei telefoni bianchi”. Fu tra le più grandi negli anni ‘40, ma dopo la guerra lasciò il cinema a soli 30 anni
Se , il grande artista poliedrico che fu protagonista nell’avanspettacolo, al cinema e in televisione, attende da trent’anni un riconoscimento concreto da parte della sua città, ancor più dimenticata è un’altra eccellenza bustocca del mondo del cinema.

Mariella Lotti, nome d’arte di Anna Maria Pianotti, nata a Busto Arsizio il 27 dicembre 1921 (da famiglia non bustocca, sorella minore di Carola, anche lei attrice di professione) e protagonista dell’epoca del “cinema dei telefoni bianchi” degli anni conclusivi del Ventennio. Una diva “sui generis”, perché, come la descrive , docente di storia del cinema, Mariella Lotti è «alta, fascinosa, magra, bionda, altera, contrariamente alle grandi dive del periodo, quasi sempre dotate di un corpo rotondetto, di un viso paffutello e di una – se possibile – quarta misura di seno perché dovevano conquistare gli uomini anche con la “garanzia” di possedere un corpo adatto alla maternità. E piace; i ruoli di principessa, nobildonna, figlia del doge e quant’altro, purché appartenenti alla parte nobile della società, sono i suoi.

Si racconta che non amasse recitare con bruschi movimenti del capo per non scomporre la pettinatura e che preferisse le pose statuarie per mettere bene in evidenza la raffinata bellezza del suo collo». Gli anni della Guerra, quelli della nuova Cinecittà voluta dal Duce, sono quelli dei suoi maggiori successi: recita in 44 film in una dozzina di anni, lavorando con i più grandi registi – Mario Bonnard, Alessandro Blasetti, Camillo Mastrocinque, Luigi Zampa, Raffaello Matarazzo,

e, a teatro, anche con Luchino Visconti – e attori, come Amedeo Nazzari, Massimo Girotti e Gino Cervi. A 21 gira il suo capolavoro, “Fari nella nebbia” di Gianni Franciolini, in cui interpreta il ruolo rude della moglie di un camionista. Fa anche molto scalpore nel “gossip”, per una sua relazione con il Principe ereditario di Romania, poi conclusasi quando lui diventò Re e sposò una nobile. Poi, con la caduta del regime e l’avvento del neorealismo, la diva dei “telefoni bianchi” (così fu definito il cinema di quegli anni, in cui il telefono era uno status symbol borghese sfoggiato in modo evidente) deve accontentarsi di ruoli più marginali, così all’inizio degli anni Cinquanta lascia definitivamente il cinema per ritirarsi a vita privata, facendo perdere le tracce di sè. Ora, su proposta del presidente degli “Amici del sistema cinema” , il BA Film Festival sta pensando a ricordarla come si deve nel corso dell’edizione che si terrà tra il 18 e il 25 marzo. E la diva bustocca potrebbe tornare “regina” nella città del cinema.