Il cuore ferito

Le emozioni e le immagini della famiglia Tallarida in vacanza nella capitale. «La città è blindata, la gente è sconvolta. E quelle macchine della Polizia coperte di fiori sul luogo della strage»

Il rientro da Stoccolma della famiglia Tallarida, che ha vissuto “dal vivo” il dramma dell’attentato terroristico che venerdì pomeriggio ha colpito la capitale svedese. «Lasciamo una città blindata e piena di tristezza». Le parole, corredato dalle fotografie che vedete in queste pagine, del bustese , figura nota in città per il suo impegno in Forza Italia e come presidente del Club Forza Silvio: venerdì insieme alla moglie e al figlio si sono trovati a poche centinaia di metri dall’epicentro dell’attacco terroristico costato la vita a quattro persone.

«Poco più di un’ora prima dell’attentato eravamo lì – raccontano i Tallarida – solo il caso ha voluto che ci allontanassimo per mangiare dei panini invece che fermarci in un ristorante. È quando stavamo tornando verso il centro che siamo stati letteralmente travolti dalla gente che correva in preda al panico e abbiamo sentito gli spari. Così ci siamo messi a correre anche noi». Domenica hanno voluto anche loro visitare i luoghi della tragedia, come tantissimi svedesi che si sono raccolti in un incredulo pellegrinaggio all’Ahlens City, il grande magazzino contro una cui vetrata (poi coperta con un pannello di legno compensato) si è fermata la corsa del camion-killer che ha seminato panico e morte sulla Drottninggatan, la principale via dello shopping di Stoccolma.

«Abbiamo visto tantissime persone deporre fiori e lumini e abbracciare gli agenti – il racconto di Orazio Tallarida – un’auto della Polizia, pur non coinvolta nei fatti, è stata ricoperta di fiori e bigliettini in segno di gratitudine. Gesti di grande sensibilità e umanità: si sentiva nell’aria e si percepivano sui volti di tutti tristezza e lacrime». La città ora è blindata: «Molto più di prima, con più controlli e blocchi di cemento a proteggere le vie pedonali – sottolinea il bustese – è evidente che gli svedesi non erano preparati, non si aspettavano che un evento simile potesse accadere. Prima dell’episodio, fatta eccezione per l’aeroporto, i principali luoghi turistici non erano particolarmente sorvegliati». Ieri mattina i Tallarida hanno salutato il loro Cristian, che è tornato a Falun, dove sta frequentando un semestre alla Dalarna University grazie al programma Erasmus.