Il dopo Riva ha un nome: Farioli. E Cornacchia sogna il pentapartito

L’ex sindaco bustocco chiede tempo ma è l’unico papabile. L’attacco del “battitore libero”

Rimpasto di giunta: Riva ormai è fuori, Farioli è quasi dentro, ma il quadro è ancora da completare. In maggioranza fuoco amico da : «Squallore politico-gestionale. Rimpiango il pentapartito da Prima Repubblica».

Dimissioni: così il sindaco ha interpretato la remissione delle deleghe dell’assessore . Dal suo partito, Forza Italia, l’ormai ex assessore è stato accusato di aver agito in solitaria, senza concordare la mossa, anche se di fatto dal provinciale era già partita la richiesta della sua rimozione per far entrare in giunta . Un passaggio ancora in stand-by, visto che lo stesso Farioli ha chiesto tempo al sindaco e al commissario per riflettere, anche perché attende il confronto interno con il partito, in programma già stasera. Tra gli azzurri permangono dubbi su un rimpasto limitato alla sostituzione del solo Riva, come già unanimemente emerso due settimane fa in sezione. Così non è da escludere che, come compensazione, anche la Lega Nord finisca per dover mettere in discussione uno dei propri uomini in giunta (il vicesindaco , già in predicato di cedere la carica ad e indebolito dall’andamento della partita del congresso).

Questione di giorni. Intanto dall’interno della maggioranza piovono le dure critiche del “battitore libero” Diego Cornacchia. «La dignitosa uscita di scena dall’esecutivo dell’ormai ex assessore Riva meritava ben altro commento da parte del sindaco Antonelli – tuona l’ex presidente del consiglio alla luce della scarna comunicazione in apertura di seduta consiliare – analoga dignità mi auguro che il sindaco mostri di fronte alle “pressioni” dei due partiti che compongono parte della sua maggioranza, o per meglio dire dei due soggetti che gli sono stati interlocutori. Se le motivazioni che sottendono, di fatto, l’allontanamento di Riva dalla giunta sono quelle note, l’episodio avrebbe, anzi ha, dello squallore politico/gestionale per l’amministrazione della città e per chi la rappresenta o ne fa parte».

Cornacchia è lapidario nel commentare quanto accaduto, stigmatizzando le ingerenze esterne: «Continuo a rimpiangere la lealtà e la correttezza di comportamento di quei rappresentanti della pletora di forze politiche della cosiddetta Prima Repubblica, che costituivano il pentapartito di governo. Allora non v’era da essere supini ad alcuno».