La rotatoria della discordia a Busto Arsizio

La Busto che cambia - Ostilità bipartisan per la rotonda in viale Duca d’Aosta e per il piano dell’ex Borri

– Tutti i “no” alla rotonda in viale Duca d’Aosta e al supermercato in via Volturno. Ostilità bipartisan. Per
(Verdi) «uccide la storia e la bellezza della città», per (Busto Grande) il piano dell’ex Borri è «l’ennesima svendita e occasione sprecata per la città». Si alzano tanti “no” dopo l’approvazione in giunta della convenzione urbanistica che concede il via libera alla realizzazione di una media struttura di vendita Coop al posto dell’ex autosalone Volturno, all’interno

del perimetro dell’ambito di trasformazione dell’ex Calzaturificio Borri. «Delibera criminale – la definisce così, idealmente, il presidente di Legambiente e capolista dei Verdi Andrea Barcucci – sancisce la chiusura del Viale Duca d’Aosta con una rotonda e altre chiusure sui controviali, uccidendo la storia e la bellezza della sua città». Barcucci chiede che venga salvaguardato lo storico viale alberato, con i suoi controviali: già nella fase conclusiva del primo mandato di , la previsione di una serie di rotatorie sul Viale della Gloria era stata stralciata dal Piano urbano del traffico su iniziativa del gruppo della Lega Nord, allora guidato dall’ex sindaco .

Per , ex leghista e oggi candidato di Busto Grande, invece, «la storia si ripete in farsa». Il suo obiettivo è un degno recupero del Calzaturificio Borri, «un’opera d’arte a cielo aperto, un opera di archeologia industriale che tante città nel mondo ci invidiano la cui facciata troneggia su uno dei viali più belli di Busto, facente parte insieme al Museo del Tessile e ai Molini Marzoli di quella Busto che fu una Busto grande». Secondo Crespi, che critica il via libera al supermercato («i commercianti del centro sono già stremati»), l’ex Borri rischia di trasformarsi nell’«ennesima occasione sprecata ed ennesima svendita e malagestione del territorio». Insomma, «un’occasione persa», visto che dopo tanti anni «nessuna idea concreta è emersa mentre il degrado non si è arrestato tra nuovi crolli, spazzatura e forse occupazioni temporanee, il tutto in pieno centro. Un’occasione mancata di creare un polo multicentrico dove far convivere diverse realtà: un museo per dare spazio alla cultura e ai giovani, un centro esposizioni, un parco, uffici al servizio dei giovani che vogliono fare impresa».

Ma anche per il candidato sindaco di Busto a Sinistra , con questa operazione «l’amministrazione fa il notaio di soggetti che hanno interessi privati contrapposti a quelli della popolazione. Lì l’errore è nel Pgt, che ha previsto un esercizio commerciale da 2500 metri quadrati in un’area da cinquemila, dove il privato dovrebbe cedere il 150% della superficie, impossibile, e realizzare 138 parcheggi».