La tradizione vince ancora. Busto si riversa nelle piazze

Bruciano le Giöbie. In 1500 per la grande risottata, sindaco nei rioni. E i lapilli portano buoni auspici

Ci sono anche Trump, Renzi, Gentiloni e la Fornero tra le Giöbie del 2017. In migliaia nelle piazze per la tradizionale festa dell’ultimo giovedì di gennaio che scaccia i mali dell’inverno. E di guai e preoccupazioni da scacciare ce n’erano parecchi, stando ai significati simbolici delle Giöbie ieri esposte e messe al rogo in giro per la città. Tantissime, anche quest’anno, in centro ma anche nei vari quartieri, realizzate da parrocchie, oratori, associazioni, gruppi e famiglie.

La tradizione più sentita di Busto strizza l’occhio più che mai all’attualità, e anche alla politica, italiana e internazionale. A partire da quella della Famiglia Bustocca – una Giöbia volante che vede dall’alto una Busto cambiata in cui il cemento prende il posto delle “cento ciminiere” dell’ex Manchester – accompagnata come tradizione vuole da una poesia in dialetto. Piena di nostalgia: “Se mi metto a volare su Busto non la riconosco più – la traduzione – cent’anni fa Busto era una selva di ciminiere (…) Se dovessero tornare indietro i nostri vecchi si metterebbero le mani nei capelli”.

Il falò, appiccato in via Einaudi dal sindaco di fronte a centinaia di persone, sembra di buon auspicio. «I lughei (i lapilli, ndr) salgono in alto» la lettura esperta del Vice Gran Maestro del Magistero dei Bruscitti . Le altre Giöbie guardano a scenari più ampi. La Classe ’47 con una grande torta per “la Giöbia dei 70 anni”. I Giovani Padani bruciano il “circo/teatro Chigi” con Renzi-Pinocchio e Gentiloni-burattino. Poi c’è la “signora Giöbia”

del Magistero dei Bruscitti, la più ostica a cui appiccare il fuoco, che celebra la partecipazione a “La prova del cuoco” con Antonella Clerici (“I Bruscitti in andei fin a Roma”). In città ci sono anche una Giöbia dedicata a Donald Trump (al Redentore) e una che si nasconde il volto di fronte ai tanti guai (“Le mei nascundes che casciassi nei robi di altar”), la Giöbia in sedia a dondolo del Club Alpino Italiano, quella contro il femminicidio a Borsano. E ancora, la Giöbia classica di Sacconago, con il tocco straordinario delle piccole Giöbiette dei bambini dell’asilo a fare da cornice, e quella di Madonna Regina dedicata all’ex ministro Elsa Fornero (“la pensione la voglio davvero”).

Poi tutti in piazza per il risotto e luganiga, preparato dalla gastronomia Crespi nel pentolone con 120 kg di riso e 90 di luganiga. «Assolutamente perfetto»: Ceccuzzi dà il via alle danze. Alle otto meno un quarto, con due lunghe ali di coda che arrivano fino alla fine della piazza, la distribuzione del risotto e luganiga può iniziare. Il rito è compiuto.

Mentre il vicepresidente del consiglio comunale fa il mattatore, alle parole il sindaco Antonelli ha preferito far andare le mani, per servire il risotto (insieme ad assessori, consiglieri comunali e rappresentanti del Distretto del Commercio e del comitato commercianti centro) alle centinaia di bustesi che si sono diligentemente messi in fila. E mentre la risottata continuava – almeno 1500 i piatti distribuiti – il sindaco Antonelli e il vicesindaco facevano il giro delle feste, toccando i quartieri di Sacconago, Borsano e Madonna Regina. In questi ultimi due quartieri la polenta e bruscitti sostituisce il risotto.