L’Arcigay replica al sindaco. «Non ci chiuderà la città»

La polemica. Al no di Antonelli sul gay pride a Busto risponde il presidente Boschini

«Non sposteremo il Varese Pride a Busto Arsizio, ma manifesteremo allegramente anche nella città di Antonelli, come permette la Costituzione italiana. Che piaccia o no al sindaco». È una netta presa di posizione, quella del presidente di Arcigay Varese , rispetto alle affermazioni del primo cittadino bustocco sul Gay Pride («è una carnevalata – ha dichiarato ieri – non lo autorizzerò mai a Busto Arsizio, finché sarò sindaco»), ritenute «molto gravi».

Spiega Boschini: «Non per le solite frasi sulle carnevalate, sulle quali siamo tristemente abituati ma nello specifico per la manifestata intenzione di non permettere lo svolgimento di un evento sul Varese Pride». Eppure, fa notare il presidente di Arcigay, «il diritto alla riunione pacifica rientra tra i diritti fondamentali delle persone ed è garantito dalla Costituzione Italiana».

Così ad Antonelli viene rivolto un invito molto chiaro: «Faccia il sindaco e non lo sceriffo – le parole di Giovanni Boschini – non è mai stata nostra intenzione, tra l’altro, spostare il Varese Pride a Busto Arsizio ma organizzare solo degli eventi collaterali che si terranno, oltre che a Busto Arsizio, anche nelle città di Saronno, Gallarate e Luino e che servono a stare vicini alla comunità locale che non ha punti di riferimento fuori dal capoluogo di provincia».

Insomma, a Busto Arsizio non dovrebbe esserci la sfilata ma solamente degli eventi collaterali: che Arcigay promette di realizzare, piaccia o meno al sindaco Antonelli. «È nostra intenzione proseguire e manifestare allegramente, com’è nel nostro stile, per la piena visibilità delle persone LGBTI*, anche a Busto Arsizio, con o senza il supporto dell’amministrazione locale» fa sapere Boschini.

Il tema continua a far discutere in città, provocando divisioni sui social network, tra chi sostiene a spada tratta la posizione del sindaco Antonelli e chi lo accusa di essere «omofobo». E mentre il primo cittadino, ieri, ribadiva la sua posizione, rincarando la dose («quando eleggeranno sindaco Brugnone del Pd, potranno fare tutti i Gay Pride che vorranno»), in sua difesa si schiera la Lega Nord. «Sono d’accordo con il sindaco – fa sapere il consigliere comunale leghista – pur avendo il massimo rispetto per tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, manifestazioni come il Gay Pride mi sembrano effettivamente carnavalesche, delle forzature, che finiscono solo per accentuare le discriminazioni. Non rappresenterebbero un valore aggiunto ma rischierebbero solo di esacerbare le diverse posizioni sull’argomento».