Le sole parole di Vito Clericò: «Mia moglie non c’entra»

Il pensionato accusato dell’omicidio di Marilena Re si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha soltanto scagionato la consorte, che resta comunque indagata

«Mia moglie non ha niente a che vedere con tutta questa storia». Vito Clericò, il pensionato di 64 anni, accusato dell’omicidio volontario e dell’occultamento di cadavere della promoter di Castellanza, Marilena Rosa Re, davanti al Gip si è avvalso della facoltà di non rispondere, limitandosi a scagionare la moglie da ogni responsabilità, anche se al momento la signora risulta indagata per sequestro di persona, più che altro a titolo di atto dovuto. Tanto che già nelle prossime ore la sua posizione potrebbe essere archiviata visto che presumibilmente sarebbe estranea a ogni aspetto della tragedia. L’arresto è stato convalidato.

L’avvocato Daniela D’Emilio, che sta assistendo i due coniugi di Garbagnate Milanese, ha ribadito la posizione del Clericò. «Ha confermato che non ha ucciso nessuno: si è assunto le responsabilità dell’occultamento del cadavere. Ha nascosto il corpo – aggiunge il legale – perchè dice di essersi sentito minacciato e ha avuto paura, ma continua a ripetere che materialmente non l’ha uccisa lui. Non ha alcuna idea di dove possa trovarsi la testa perchè ha riferito che quando gli hanno portato il cadavere da seppellire,

era già stato decapitato». Secondo il presunto omicida, quindi, ci sarebbero delle altre persone coinvolte. Persone che avrebbero ucciso e decapitato Marilena Re per poi consegnare il cadavere mutilato al Clericò che lo avrebbe seppellito in una fossa di circa mezzo metro. Una versione, quella del fantomatico killer che lo avrebbe minacciato di morte nel caso non avesse seppellito il corpo, che con gli attuali elementi a disposizione, appare poco credibile e alla quale gli investigatori non darebbero un gran credito.

La Procura è convinta di aver individuato l’autore materiale dell’omicidio. «Quando parla di Marilena – spiega l’avvocato di Busto Arsizio – ricorda solo i momenti belli. Quando pensa al momento dell’occultamento del corpo è disperato. E’ un uomo molto provato che continua a informarsi di come stanno i suoi familiari: è molto preoccupato per loro».

Tra Marilena Re e i due coniugi Clericò si era instaurato un rapporto di profonda amicizia. Si erano conosciuti all’Esselunga di Solaro: lui faceva il magazziniere, mentre la vittima era una saltuaria promoter all’interno del negozio. A testimonianza della grande affinità che nel corso degli anni si era definita tra il Clericò, la moglie e la Re c’è anche una storia di circa un decennio or sono quando i due coniugi in difficoltà, pare, le avessero chiesto un prestito di circa 2.000 euro, che poi restituirono. Nel 2014, poi, confidò loro del guaio con il Fisco, consegnando una somma in contanti di circa 60.000 euro chiedendo di custodirli in attesa di saldare il conto, con la promessa di restituirli successivamente. Era preoccupata che l’Agenzia delle Entrate potesse aggredire il patrimonio. A tal punto che fece intestare al Clericò anche la sua macchina. Entro il 31 luglio la vittima avrebbe dovuto saldare il debito con l’Erario e già da alcuni giorni prima si sarebbe attivata chiedendo la restituzione della somma in denaro che aveva consegnato tre anni prima ai Clericò.

I coniugi pare avessero garantito la restituzione del denaro entro il 30 luglio. Ma quella mattina le cose andarono diversamente. Secondo l’ipotesi investigativa, Marilena Re, sarebbe stata uccisa tra le 7.30 e le 9.30 della mattina del 30 luglio. Intorno alle 10 o giù di lì, il Clericò si trova nell’orto di Garbagnate dove, secondo le ipotesi investigative, aveva ultimato da poco l’opera di seppellimento del cadavere. Avrebbe scambiato due chiacchiere con il vicino di casa. Ma forse il terribile destino della Re era stato già definito.