Nuovo ospedale, la carica di Farioli. «Sì, possiamo essere ambiziosi»

Le parole dell’ex sindaco di Busto Arsizio dopo l’incontro con l’ex ministro Zamberletti

Nuovo ospedale, in campo il sindaco emerito : su richiesta della maggioranza, sarà lui a mettere a punto la mozione da discutere in consiglio comunale sull’accordo di programma con la Regione. Nuova linfa dal faccia a faccia con il presidente dell’Istituto Grandi Infrastrutture : «Non rinunciamo ad essere ambiziosi. Cogliamo l’occasione di interventi infrastrutturali più ampi, in collegamento con Human Technopole».

Quando a palazzo Gilardoni arriva un personaggio del calibro dell’ex ministro dei lavori pubblici Zamberletti, colui che stava per riuscire a realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, sul tavolo della sala giunta il discorso non può che focalizzarsi sulla più grande opera che Busto Arsizio sta per ricevere sul suo territorio, vale a dire l’ospedale unico in zona Cascina dei Poveri a Beata Giuliana.

«Non chiamiamolo più così, sarà un nuovo ospedale» fa notare il sindaco , in sintonia con quanto affermato nei recenti incontri dal governatore e dall’assessore regionale al welfare . Sul tema la maggioranza, per superare le polemiche sul pagamento dei terreni di Beata Giuliana da parte di Regione, ha affidato ad un altro sindaco emerito, il forzista Gigi Farioli, il compito di promuovere una mozione per il consiglio comunale «che, puntando alla più larga maggioranza, tenga conto che il nuovo polo d’eccellenza ospedaliera sia l’occasione per un accordo di programma di riorganizzazione sia infrastrutturale che sociosanitaria di tutto l’Altomilanese».

Per Farioli l’obiettivo è «cogliere quest’opportunità, che ancora una volta mette Busto al servizio del più ampio territorio ma cogliendo opportunità per il territorio stesso». In questo caso, ammette l’ex primo cittadino, «l’incontro con Zamberletti mi consiglia addirittura di rendere il discorso ancor più ambizioso, creando opportunità di interventi infrastrutturali che colgano la riconversione di Expo in Human Technopole».

Il focus è da un lato sul nuovo ospedale: «Avendo scelto una zona cerniera delicata e densa, serve prevedere infrastrutture che facilitino l’arrivo e il deflusso, che non carichino quartieri, ma anche in forte collegamento con autostrade, Malpensa e area Expo. Volare alto si può? Se creiamo un pacchetto di mischia che guarda a Roma, c’è spazio per un’ambizione che guardi al domani».

Dall’altro, sull’attuale sede da riconvertire. «Il fatto che non debba essere dismessa per finanziare l’operazione è una garanzia – sostiene Farioli – ma per essere un’opportunità l’accordo di programma deve vedere al tavolo Regione, Comuni, Ats e Asst, ma anche attori privati e pubblico-privati che già operano sul territorio nel sociosanitario, per una cabina di monitoraggio sulle esigenze territoriali, evitando doppioni. Oggi servono centri poliambulatoriali h24, strutture per la riabilitazione, per le malattie degenerative, per i sub e i post-acuti».