«Pro, non perdere la Testa, guarda avanti e vola ancora»

Gallazzi (Cas Sacconago) e Berra (Busto ’81) sulla penalizzazione: «Batosta pesante, ma piangersi addosso ora non serve a niente»

– Prima la sorpresa per la richiesta di 20 punti di penalizzazione; qualche giorno fa il sollievo per una penalità ridotta a 7, unita alla speranza che in sede di appello venga ulteriormente ridotta così da tenere accesa la fiamma della salvezza con la conquista dei playout. Sono le impressioni e le reazioni dei dirigenti del Busto ’81 e del Cas Sacconago, le squadre cittadine che militano in Promozione ed in Prima Categoria e che seguono sempre con interesse quanto avviene alla Pro Patria. Sono due personaggi alla testa di squadre che hanno come obiettivo il salto di categoria.

Per il presidente sinaghino «il passaggio fondamentale della stagione è la partita di sabato contro l’Albinoleffe: se la Pro Patria la vince può sperare di rimettersi nuovamente in corsa altrimenti non c’è penalizzazione che tenga. Ero rimasto stupito dalla richiesta di venti punti; sette, a dire il vero, mi sembrano ancora tanti anche se spero che in appello ne vengano tolti degli altri. Non sarei però così sicuro visto che due terzi sono stati condonati rispetto a quelli richiesti dall’accusa.

Da tifoso della Pro Patria me lo auguro anche se otto punti in venti partite sono molto pochi e poi non ho compreso il criterio usato per costruire la Pro Patria e questo non penso sia imputabile alla Testa che invece ci sta mettendo l’anima»., anche ex gloria tigrotta degli Anni Settanta, è dispiaciuto nel constatare una realtà che «non mi sarei immaginato succedesse alla Pro Patria. Certo, la penalità di sette punti è sempre pesante ed incide sul morale di tutto l’ambiente, però occorre andare avanti; personalmente conosco ed ho avuto modo d’incontrami e mi piacerebbe che si potesse ancora ridurre la penalizzazione, ma la squadra deve anche vincere».

C’è però un interrogativo che entrambi i dirigenti si pongono. E cioè:« Come sia potuto accadere che la Pro Patria sia finita in una vicenda così squallida come il calcioscommesse?». La risposta se la dà lo stesso Berra, uno con la passione del pallone tatuata sulla pelle tanto da appendere i classici scarpini al chiodo a 44 anni: «Purtroppo capita quando non si ha rispetto della maglia; quando si è solo dei mercenari succedono queste cose. Vengono a mancare i valori. Nella mia carriera di calciatore sono stato avvicinato da gente, anche nelle categorie dilettantistiche, che mi proponevano di vendere le partite. Li ho sempre detestati. E ne sono fiero. Nelle squadre dove ho giocato queste cose non sono mai successe». Per Gallazzi il malefico virus del calcioscommesse si è infilato la scorsa stagione nella Pro Patria perché «non vi sono stati controlli». Si chiede:«Dov’erano quelli che dovevano vigilare?».