«Ritardi in via Lonate? Non sono colpa di Ance»

Il presidente dei costruttori: «Se per il Comune il bando è ok, procedano pure»

Via Lonate, la versione di Ance: «Sindaco, le diamo un consiglio, non tardi a far partire gli agognati lavori. Il nostro obiettivo non è invalidare la gara, ma evitare che certe inesattezze diventino la prassi». A parlare è , direttore generale di Ance Varese, l’associazione dei costruttori edili, all’indomani dell’aspra polemica lanciata dal sindaco , che ha imputato ad Ance lo slittamento di un paio di mesi dell’avvio del maxi-cantiere della riqualificazione dell’arteria principale del quartiere Madonna Regina.

«È errato sostenere che sia colpa di Ance se ci saranno ritardi – spiega Franzosi – non capisco per quale ragione il sindaco si sia scaldato, con toni francamente fuori luogo. Noi non abbiamo fatto altro che sottoporre un quesito ad Anac: e non è che analizziamo solo i bandi di gara di Busto, interveniamo tutte le volte che riteniamo opportuno. Ci spiace che Antonelli si senta in qualche modo “vittima”, ma nulla gli impedisce di procedere, visto che l’aggiudicazione è stata fatta».

L’invito del direttore di Ance è a non fermare il cantiere: «Agesp e Comune hanno avuto tempo e modo di modificare il bando in precedenza, sulla base delle nostre segnalazioni – aggiunge Franzosi – se per loro il bando andava bene così, il nostro consiglio è di non tardare oltre».

Ma perché Ance ha deciso di rivolgersi all’Autorità nazionale anticorruzione? «Perché dall’entrata in vigore del nuovo codice nazionale degli appalti, sono tante le stazioni appaltanti che escono con bandi di gara che riportano inesattezze, errori e talvolta addirittura profili di illegittimità – spiega ancora Franzosi – il nostro ufficio competente ne scova almeno uno al giorno. Su cui interveniamo, prima verificando direttamente con la stazione appaltante le ragioni per cui è scritto male, premurandoci di essere propositivi, mai solo sanzionatori ma collaborativi. Con Agesp non è stato possibile, nonostante segnalazioni in tempi non sospetti».

Insomma, è Busto che ha tirato dritto: «Per noi c’erano due motivi gravi, criteri di aggiudicazione contraddittori e l’indicazione di opere aggiuntive». L’obiettivo di Ance peraltro «non è invalidare la gara o rendere impossibile lavori, ma fare in modo che bandi scorretti “non facciano giurisprudenza”. Da Anac ci aspettiamo un’interpretazione autentica».