Se la ciclabile c’è ma non si vede: «Controviali soluzione naturale»

Il presidente di Legambiente, Barcucci sulla ciclabile a Busto: «Immediato ed economico»

Piste ciclabili, tra sogni e realtà. In attesa del maxi-percorso che collegherà Busto a Gallarate e Castellanza, il presidente di Legambiente invoca un intervento immediato: «Controviale ciclabile. Si può fare subito, quasi a costo zero».

Nei mesi scorsi, nel pieno della querelle sui fondi del Patto per la Lombardia per la provincia di Varese che il capoluogo si è tenuti per sé snobbando il progetto del collegamento ciclopedonale tra Busto Arsizio e Gallarate, il governatore aveva promesso al sindaco che avrebbe recuperato le risorse per realizzare il sogno di una pista ciclabile in grado di connettere la “città unica” del Basso Varesotto che ormai si estende tra Gallarate, Busto e Castellanza.

Un progetto che costa tra i 5 e i 7 milioni di euro: si svilupperebbe soprattutto a lato della Statale del Sempione, connettendo i piccoli tratti ciclabili già esistenti (come quello di viale Milano a Gallarate e quelli lungo il Sempione a Castellanza) e creando un percorso ciclopedonale protetto verso il centro cittadino di Busto, che passerebbe lungo il viale della Gloria e via XX Settembre. I finanziamenti dovrebbero a questo punto rientrare nell’accordo di programma del nuovo ospedale.

Ma oggi com’è la situazione? Sull’asse principale dei viali Diaz-Duca d’Aosta e Cadorna la vita per i ciclisti non è semplicissima. Soprattutto perché i larghi marciapiedi, che potrebbero essere già un percorso ciclabile naturale, non sempre hanno gli scivoli per permettere la facile salita e discesa delle due ruote (e nel caso di quello che fiancheggia la Procura l’asfalto è ridotto ad un groviera), ma anche perché i passaggi pedonali in mezzo alle due file di alberi tra il viale e i controviali sembrano fatti apposta per scoraggiare i ciclisti, dato che, al posto di dare continuità al percorso lungo il viale, gli scivoli sono posizionati in modo da costringere un ciclista a continui zig zag su e giù dai marciapiedi per la presenza delle aiuole in mezzo al percorso.

Ma l’“autostrada delle biciclette” lungo il Viale della Gloria «di fatto c’è già, basterebbe la volontà di renderla effettiva», secondo Barcucci, già promotore della “critical mass”. Piuttosto che utilizzare i marciapiedi in mezzo agli alberi, Barcucci riconvertirebbe i controviali: «Sarebbe facilissimo trasformarli in piste ciclabili promiscue ai parcheggi per le auto. Basterebbe garantire le precedenze e l’attenzione agli incroci, e realizzare un’adeguata segnaletica, inclusa la pavimentazione colorata».

Oltretutto con la promiscuità, che permetterebbe alle auto di utilizzare il controviale «solo per parcheggiare», non si sacrificherebbero nemmeno i posteggi esistenti. Una soluzione concreta, nella consapevolezza che «in città come le nostre è utopia pensare a piste ciclabili riservate», anche se Barcucci teme la rotatoria della Coop all’incrocio con via Mameli, che «sarebbe un disastro per i ciclisti e i pedoni».