Se le “Donne al muro” sono una speranza

Inaugurata la parete di viale Piemonte che con l’arte urla contro la violenza. «Monumento unico»

La città “fa muro” contro la violenza sulle donne: il muro delle opere d’arte di viale Piemonte è «un monumento artistico unico in Italia e forse nel mondo», come fa notare di Amnesty International. «Abbiamo già ottenuto un primo risultato, la telefonata di una donna che ha visto il nostro numero sul muro» rivela , presidente del Centro Antiviolenza Eva Onlus.

L’8 marzo che guarda avanti di Busto rimarrà , grazie all’iniziativa “Donne al muro”, promossa da Amnesty, Eva Onlus, liceo artistico Candiani e Comune. Il muro della bellezza e dell’arte contro la violenza sulle donne e il femminicidio è stato inaugurato ieri mattina in viale Piemonte. «Volevamo fare qualcosa di concreto contro la violenza, al di là delle celebrazioni» fa sapere l’imprenditore , tra i promotori dell’iniziativa, già “assaggiata” a novembre in piazza 25 Aprile. «Il Comune ci aveva promesso un muro per una mostra permanente e in quattro mesi ci ha messo in condizione di realizzarlo».

Sulla parete esterna della piscina Manara, già in parte “coperto” dai murales di Stoà, sono state fissate una trentina di opere d’arte, “duratura memoria di bellezza e pace per ogni donna uccisa”. «Non lapidi alla memoria, ma un muro che parla e ospita la forza dell’arte per controbilanciare almeno un poco l’orrore dei fatti di sangue – sintetizza Enrico Riva, insieme a , il più giovane del gruppo di Amnesty – un monumento unico in Italia e forse nel mondo».

Il sindaco lo descrive così: «Più che le bambole un po’ inquietanti del “Wall of Dolls” di Milano, mi ricorda la leggerezza del Muretto di Alassio. Un muro che parla d’amore e di vita, in cui si fondono messaggio sociale e istituzioni unite per l’assistenza alle donne che possono salvarsi».

Una, forse, si è già salvata, visto che sabato, come svelato dalla presidente Elisabetta Marca, è arrivata la prima chiamata al numero del centro antiviolenza, grazie al pannello affisso al muro di viale Piemonte.

Significativa l’adesione bipartisan delle istituzioni, visto che a fianco del sindaco e dell’assessore all’inclusione sociale c’erano anche le due senatrici della città, e . All’indomani dell’istituzione, proprio in Senato, della commissione d’inchiesta sul femminicidio. «Sarebbe bello chiedere che una delegazione di Busto possa portare la propria esperienza in commissione» suggerisce D’Adda. «Ognuno può fare la sua parte, questa è l’arma vincente» sottolinea Bignami.

E il preside del “Candiani” (i cui ragazzi ieri hanno disegnato un murales a fianco delle opere d’arte e hanno commosso con le canzoni del coro) aggiunge: «Noi cresciamo cittadini liberi. Liberi di scegliere, anche di parlare e denunciare, di smettere di tacere e confondere solidarietà con omertà».