Soldi nel nome delle star per il resort fantasma

Sette arresti da parte della Gdf: avevano ottenuto 18 milioni citando John Travolta e Bocelli

Smantellata dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Varese l’organizzazione che agiva su base internazionale specializzata in truffe, riciclaggio e abusivismo bancario e finanziario. Per fare soldi tiravano in ballo nomi altisonanti dello star system come John Travolta, Andrea Bocelli, Adrien Brody. Persone ovviamente totalmente estranee ai fatti.

Sette gli arresti (5 in carcere e due ai domiciliari) e disposti sequestri di beni immobili e finanziari per 18 milioni di euro.

L’organizzazione aveva messo in piedi una truffa milionaria, raccogliendo una ventina di milioni di euro tra 200 privati pronti a impegnare cospicue somme di denaro in un progetto immobiliare denominato “Puerto Azul”, un complesso turistico alberghiero extra lusso “8 stelle” esistente solo sulla carta. Il resort da mille e una notte, infatti, non si sarebbe mai potutto edificare.

Inizialmente lo si voleva nella Repubblica Dominicana, ma poi per presunti problemi di ordine burocratico era stata scelta un’altra parte dei Caraibi: la realizzazione del progetto, infatti, era diventata ancora più ambiziosa tanto da essere trasferito nell’atollo “Blue Hole” al largo delle coste del Belize. In realtà si trattava di un progetto farlocco: le due isole sulle quale si voleva erigere il super resort non sono di proprietà della Puerto Azul International Holding, con sede alla Bahamas, nonostante i promotori e i contratti utilizzati per la raccolta fondi affermassero il contrario.

Un anno di indagini condotte dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Varese sotto la direzione della Procura di Busto Arsizio ha consentito di disarticolare l’organizzazione internazionale, con basi in Italia, Lussemburgo, Svizzera, Caraibi e Londra. Le “menti” del sodalizio erano, secondo la ricostruzione investigativa, Domenico Giannini e Fabio La Rosa. Il primo è residente a Lugano dopo aver vissuto a Gallarate, il secondo si trova in pianta stabile a Santo Domingo. Per raccogliere soldi l’organizzazione aveva messo in piedi super eventi per i quali erano state strumentalizzate le immagini di alcuni divi di Hollywood. Le star erano diventate, a loro insaputa, addirittura “soci” della società.

Le indagini hanno permesso di accertare, inoltre, che le disponibilità finanziarie dei clienti, in alcuni casi, provenivano da facoltosi imprenditori che reinvestivano denaro frutto di evasione fiscale (il caso più eclatante ha riguardato la somma di 6,5 milioni di euro); in altri casi, derivavano da legittimi risparmi di anziane persone raggirate (su tutte, un novantenne, truffato della somma di 700 mila euro).