«Studiamo soluzioni alternative per la sopravvivenza di Accam»

Dall’assemblea dei soci il via al tavolo tecnico per superare le scadenze del 2021

Accam, via libera al tavolo tecnico per studiare come far sopravvivere la società oltre la scadenza del 2021. Con l’inceneritore o altri impianti più innovativi. Il sindaco insiste: «Fosse per me, l’impianto resterebbe aperto a vita».

La novità emersa dall’assemblea dei soci Accam di ieri è la rottura del fronte dei “piccoli soci”, visto che qualche Comune a guida non di centrodestra (come Cardano al Campo) ha approvato la delibera stesa dal sindaco di Gallarate , sulla base delle indicazioni del comitato di controllo analogo, per dare «mandato al Cda per capire se la società può andare avanti oltre il 2022, valutando anche nuove tecnologie e modalità per lo smaltimento dei rifiuti».

Un mandato, insomma, «ad esplorare soluzioni tecniche alternative per capire che futuro possiamo dare alla società». L’esigenza di un nuovo piano industriale nasce anche dal fatto che, come comunicato dalla presidente , Accam riceve troppi pochi rifiuti dai propri soci: essendo una società in house, dovrebbe ottenere l’80% del proprio fatturato dai soci, mentre oggi è ferma al 75. «Occorre un piano di indirizzo» per rientrare nei presupposti di legge.

A «predisporre soluzioni alternative all’attuale piano industriale», come recita il documento approvato a larga maggioranza, sarà un tavolo tecnico, da costituire entro il 30 novembre.

«Elementi imprescindibili»: mantenimento del modello in house, valorizzazione degli asset aziendali, ingresso di nuovi soci pubblici, tecnologie per ridurre l’impatto ambientale e aumentare la redditività. Non è detto però che sarà l’incenerimento il futuro di Accam, anche se il sindaco di Busto Antonelli ribadisce: «Fosse per me, (l’inceneritore) resterebbe aperto a vita». Facendo sobbalzare quelli del Comitato di Borsano, ieri presenti in forze per dimostrare allo stesso Antonelli, che nell’ultima assemblea ne aveva messo in dubbio la presa popolare, che il quartiere non vuole più l’inceneritore.

«A noi va bene il tavolo tecnico, purché dica sì alla chiusura nel 2021» ribadisce il portavoce del comitato . L’ex consigliere borsanese , fiutando la fregatura, rispolvera una frase-culto dei tempi del revamping: «Bachetin, bachetin, te meten in cü a fassina». Intanto il vicesindaco di San Vittore Tiziano Torretta solleva un nuovo “caso”: tra i codici dei rifiuti dell’unico candidato all’appalto per i rifiuti ospedalieri c’è anche quello delle temute “ecoballe”.