Teatro Manzoni vuol dire pienone. «Non solo le star danno qualità»

Soddisfazione e un appello: «L’Amministrazione riapra il tavolo»

Teatro Manzoni, una stagione da 500 presenze di media a spettacolo. «Il pubblico c’è, segnale incoraggiante» dice il responsabile della sala di San Michele . Ma all’amministrazione comunale si chiede più attenzione: «Si riapra il tavolo dei teatri cittadini».

Siamo alla vigilia dell’ultimo spettacolo della stagione, venerdì 21 aprile alle 21: la divertente commedia “Bedda Maki”, vincitrice del concorso “Una commedia in cerca d’autori”, rivolto a penne di talento, dai 18 ai 40 anni, che vogliano cimentarsi con la scrittura di una commedia brillante, di cui la quinta edizione è attualmente in corso (entro il 24 aprile la scadenza per presentare i lavori). «Spettacoli che vanno spiegati, affezionando il pubblico al concorso – sottolinea di La Bilancia Produzioni, che gestisce il teatro Martinitt di Milano e organizza il contest – è importante far capire al pubblico, soprattutto a quello di provincia che tende a cercare il grande nome, che non è necessaria la “star” per vedere spettacoli di qualità. Il pubblico va costruito abituandolo ad allargare la visuale». Al Manzoni parlano i numeri: quelli della stagione che volge al termine sono lusinghieri, in lieve crescita.

Con 310 abbonati e una media tra i 150 e i 200 biglietti venduti a spettacolo, il pubblico medio è stato di 500 persone (tre quarti della sala da 680 posti). Con alcuni pienoni: Renato Pozzetto ma anche le due repliche di Wonderland, lo spettacolo del Gat, il gruppo teatro dell’oratorio, che finora ha fatto registrare cinque “sold out” in due stagioni. «A Busto c’è tanto» ammette Bianchi.

Al Manzoni il pubblico viene tenuto in grande considerazione: verrà anche sperimentato un questionario di customer satisfaction per stare sempre al passo con le esigenze degli spettatori, mentre per la prossima stagione potrebbe esserci una diversificazione tra la stagione di prosa classica e le proposte innovative. Per , volontario che cura la comunicazione e il marketing del teatro, «la concorrenza non esiste, più cultura c’è e meglio è. Il problema è come attirare le persone, come far uscire la gente la sera». E all’Amministrazione arriva un appello a rimettere in piedi il coordinamento B.A. Teatro: «Serve un messaggio culturale complessivo».