Tutti pazzi per le scuole. Due studenti su tre da fuori

Su 10292 alunni il 61,59% non è bustese. «Merito della qualità»

Quasi settemila alunni non residenti in città frequentano le scuole di Busto Arsizio. Negli istituti superiori più di sei studenti su dieci arrivano da fuori città. «Merito della qualità dei nostri istituti. Ma adesso dobbiamo bussare alle porte delle istituzioni per riconoscere il ruolo che Busto svolge in ambito educativo». Promessa dell’assessore all’educazione .

In questo caso dire “Busto capitale” può sembrare quasi superfluo. È risaputo che la città è un punto di riferimento per tutto il territorio del Basso Varesotto e dell’Altomilanese per quel che riguarda l’istruzione superiore. Ma i dati lo certificato in una misura che forse è persino superiore rispetto alle attese. E il dato è in costante crescita.

Nell’anno scolastico in corso (2016/17) infatti, su 10292 alunni iscritti alle scuole secondarie di secondo grado (corsi di formazione professionale inclusi), il 61,59% non sono residenti a Busto Arsizio. Quasi 6300 alunni che tutti i giorni si riversano a Busto per andare a scuola. Quattro anni fa erano il 61,46%, ma circa 5600 in numero assoluto. Perché dal 2013/14 è “esploso” il numero di studenti delle superiori: più di mille in più (da 9209), per 51 classi in più.

«È evidente – spiega l’assessore Paola Magugliani – che la città di Busto attrae un notevole numero di studenti dalle aree limitrofe sia della provincia di Varese che dell’area dell’Altomilanese».

Ma il fenomeno si sta intensificando anche per quel che riguarda le scuole di grado inferiore. Gli iscritti alle scuole secondarie di primo grado di Busto sono il 114% rispetto alla popolazione residente compresa tra gli 11 e i 13 anni: circa 300 alunni che arrivano da fuori città per frequentare le scuole medie a Busto, a cui si aggiungono oltre 150 alunni delle scuole primarie. «Attratti in maggior parte dalle scuole paritarie sorte e in incremento in città» fa notare l’assessore. Un motivo di orgoglio per la città e per la propria offerta educativa, ma anche un motivo di riflessione nel momento in cui il bilancio è a corto di risorse. Perché ospitare quasi settemila alunni, tra mezzi di trasporto, mense, strutture scolastiche e altri servizi, costa.

E in alcuni casi, come quello del liceo Crespi a corto di spazi, c’è bisogno anche di mettere mano alle strutture. Che fare? Paola Magugliani un’idea ce l’ha: «Busseremo a tutte le porte delle istituzioni superiori, per chiedere che questo ruolo centrale di Busto in ambito educativo venga riconosciuto concretamente, visto che la Provincia riesce sempre meno a garantire le risorse necessarie».