Un rombo che squarcia il silenzio

Ieri l’ultimo saluto al giovane Marco Colombo, vittima nei giorni scorsi di un incidente in moto

Si è alzato forte dal piazzale il rombo dei motori quando è uscito il feretro che custodiva il corpo del diciassettenne , lo sfortunato giovane motociclista di Fagnano Olona che nei giorni scorsi ha perso la vita schiantandosi contro un cancello. Una morte assurda che ha raggelato una comunità ancora tramortita dal dolore.

Nel suo ultimo viaggio terreno è stato accompagnato dalle moto che ne hanno scortato il feretro dalla chiesa di Fagnano al cimitero di Solbiate Olona. Una folla impressionante lo ha omaggiato per l’ultima volta. C’erano i motociclisti, ma c’erano soprattutto tantissimi adolescenti di Fagnano e dei comuni limitrofi, profondamente colpiti da una tragedia ancora senza un perchè.

La vita di un diciassettenne spezzata è un colpo troppo duro da digerire per chiunque e la comunità si è stretta anche nel giorno più doloroso alla famiglia del giovane motociclista. Ieri nel giorno del lutto erano strapieni il piazzale e la chiesa dove si sono svolti i funerali. «Tutte le esperienze della vita – ha detto durante l’omelia don , vicario di Solbiate Olona, dove Marco aveva ultimamente frequentato l’oratorio dopo tanti anni a Fagnano – vanno custodite con amore e umanità, anche le più incomprensibili. Siamo qui con i genitori e gli amici per attingere forza di vita. Il vuoto che lascia non va riempito di ricordi che poi sbiadiscono, ma illuminato dalla certezza che vale la pena di avere qualcuno per cui vivere».

Il sacerdote non ha demonizzato la velocità. Ha paragonato il giovane motociclista al giovane San Marco che era riuscito a vedere Gesù grazie alla sua velocità.

Si è rivolto anche ai giovani, agli amici di una vita. Quelli con i quali condivideva sentimenti e passioni. «Per vivere la vita fino in fondo ci vuole una marcia in più. Ognuno di voi possa fare della sua vita una buona notizia».

Ai funerali ha presieduto don parroco di Fagnano. Il feretro, con in sottofondo il rombo assordante delle moto, è uscito inghiottito da una piazza straziata dal dolore e dalla commozione. I ragazzi lo hanno salutato a modo loro, omaggiandolo in un modo davvero emozionante.

Un’emozione infinita che ha riempito il cuore e la testa delle tante persone che hanno affollato la zona della parrocchia di San Gaudenzio, ancora incredule per la morte di un piccolo Angelo di soli 17 anni.