Vincenzo e Sebastiano sposi. È la prima unione civile di Busto

Il sindaco Antonelli ha officiato la cerimonia insieme al consigliere Pd Mariani

A palazzo Gilardoni si celebra la prima unione civile tra due uomini: ad officiare la cerimonia il sindaco . Dopo 16 anni di relazione, si avvera il sogno di Vincenzo e Sebastiano: «Finalmente è arrivato il momento che aspettavate da tanto tempo» le congratulazioni del primo cittadino.

La legge Cirinnà, che ha istituito il riconoscimento giuridico per le coppie formate da persone dello stesso sesso, è in vigore dal giugno del 2016, ma a Busto Arsizio, contrariamente al capoluogo Varese dove già lo scorso agosto il sindaco Davide Galimberti aveva officiato la prima unione civile, nessuno fino a ieri aveva mai fatto richiesta di celebrare quelle che per i contraenti sono nozze a tutti gli effetti, anche se di fronte alla legge non si può parlare di matrimonio.

Ieri c’erano tutta l’emozione del “sì”, Vincenzo in particolare faticava a trattenere le lacrime quando con il suo Sebastiano (16 anni di relazione) era seduto di fronte al sindaco, ma anche le innumerevoli fotografie, lo scambio degli anelli e gli applausi dei tanti parenti e amici presenti. Persino un cuore disegnato nel cortile del Municipio con i resti del riso di un altro matrimonio civile celebrato in mattinata. Tanto che in via Fratelli d’Italia qualcuno, incuriosito dagli elegantissimi invitati che entravano in Municipio, si è fermato a chiedere «Dov’è la sposa?».

Sì, perché a Busto è stata la prima volta di un’unione gay. D’altra parte il sindaco Emanuele Antonelli, a differenza di altri suoi colleghi di centrodestra (come il sindaco di Gallarate che ha sempre escluso la possibilità di prestarsi a celebrare il rito della unione civile), non ha mai nascosto di non avere alcun problema nell’officiare la cerimonia anche per coppie omosessuali. Anche quando infuriava la polemica con l’Arcigay (dopo le contestazioni sul patrocinio comunale alla serata “no gender” di Povia, aveva sentenziato che con lui sindaco «mai a Busto Arsizio una parata del Gay Pride»), Antonelli aveva sempre rivendicato la sua disponibilità a celebrare le unioni istituite dalla Legge Cirinnà, così osteggiata da alcuni suoi alleati.

E un po’ di pathos l’ha avuto anche lui quando nella sala giunta, di solito utilizzata per la celebrazione dei matrimoni civili, si è trovato di fronte Vincenzo e Sebastiano. Al suo fianco, il presidente del consiglio comunale , esponente di quel Pd che tanto ha voluto in Parlamento la legge sulle unioni civili e che, pur dall’opposizione, ha dato una pacca sulla spalla al sindaco Antonelli dicendogli «bravo». Alla fine tutti in cortile ad aspettare gli “sposi” – o è meglio dire “uniti”? – per il lancio di petali bianchi e rossi a sancire l’avvenuta unione.

In fondo, nel loro piccolo, ieri mattina Vincenzo e Sebastiano, ma anche il sindaco Antonelli, hanno fatto un pezzettino di storia della città. Adesso già si attende un’altra unione, questa volta la prima tra due donne. Non c’è ancora una data, per ora solo una richiesta di informazioni. La prossima volta potrebbe toccare all’assessore alla cultura che, come il sindaco Antonelli, ha dato la sua disponibilità per la celebrazione delle unioni anche tra persone dello stesso sesso.