Addio a Marisa Ferrario Denna. La penna che illuminò tutta Busto

La poetessa si è spenta all’età di 71 anni. «Mancherà a tutti noi»

Addio alla poetessa Marisa Ferrario Denna, già premio internazionale “Montale” per l’inedito nel 1987: lascia un grande vuoto nella cultura della sua Busto Arsizio.

«Ha lasciato una grande luce. Per Busto è una grave perdita» ammette lo storico e scrittore Luigi Giavini, che spesso l’ha incrociata nelle presentazioni dei suoi libri. Marisa Ferrario Denna si è spenta all’età di 71 anni, poco più di un anno dopo la scomparsa del marito Luciano Denna. I figli Daniela e Giampietro la salutano con parole piene di affetto.«Hai composto poesie, ora hai firmato l’ultima, la più bella: l’Infinito Amore. Da Lassù veglierai su di noi, la preghiera ci terrà uniti».
Ieri sera in molti si sono radunati nella Basilica di San Giovanni per il Rosario. Oggi pomeriggio alle 14, sempre nella Chiesa principale di Busto Arsizio, verrà celebrato il funerale.

«Busto perde una donna di cultura che ha dato lustro alla Città attraverso il suo talento artistico e poetico: la sua voce e i suoi versi mancheranno a tutti» l’omaggio del sindaco Emanuele Antonelli. «Una straordinaria donna di cultura, di poesia e di attenzione al sociale e alla città, di cui è stata un’animatrice culturale di rara finezza intellettuale – la ricorda l’ex sindaco, e già assessore alla cultura, Gigi Farioli – amica, poetessa, donna, il suo è stato un grande esempio di cultura e di anticonformismo, sempre libera fino in fondo».

Per lo storico e scrittore Luigi Giavini, «la scomparsa di Marisa Ferrario Denna lascia un grande vuoto in città. È una grossa perdita per la cultura di Busto». Insegnante di filosofia, pedagogia e lettere, aveva accompagnato la sua produzione letteraria ad una grande capacità di animare il mondo culturale cittadino, attraverso serate letterarie e presentazioni di libri.

«Il suo modo di presentare aveva un che di magico – ricorda Luigi Giavini – Marisa affascinava e dimostrava tutta sua la passione per la poesia e per la letteratura, che cercava di trasmettere anche agli altri. Tutti, di qualsiasi condizione ed età, concordavano che, quando parlava “la Marisa”, era davvero affascinante e coinvolgente come pochi». Una figura che in città era conosciuta e apprezzata ma forse non valorizzata come avrebbe meritato.

«Era una persona modesta, non ci teneva tanto a farsi notare e ad avere i riflettori puntati addosso, ma ha lasciato una grande luce – sottolinea Giavini – è una caratteristica tipica dei grandi poeti, che non vogliono mettersi in mostra ma tendono a rifuggere la ribalta. Ma le sue poesie erano meravigliose, forse non tanto capite quando erano state pubblicate: eppure a rileggerle adesso, a distanza di anni, come spesso capita, prendono in una maniera ancora più forte e intensa».