Anche Ketama 126 sul palco del WooDoo Fest: «La mia musica nasce dalla forza di Pantani»

Il rapper romano questa sera sarà tra i protagonisti dell’evento musicale di Cassano Magnago

Se l’album d’esordio contiene tredici brani e di questi tredici ben dieci, nel giro di neanche un mese, rientrano nella classifica Viral 50 Italia di Spotify, vuol dire allora che l’album piace. Ani no, che spacca. Questo è “Oh Madonna”, l’esordio musicale di Ketama126, il rapper romano membro della Love Gang – CXXXVI, la crew protagonista della nuova scena rap romana e il cui nome deriva dai centoventisei gradini della scalinata del Tamburino tra Trastevere e Monteverde.

Partendo dalla trap, passando per l’hip hop con flow quasi ipnotici, Ketama in “Oh Madonna” (uscito il 6 giugno) racconta di sè, della sua Roma, dei suoi eroi, alternando toni autoironici a toni più critici verso la contemporaneità. Il tutto mixato in un unicum musicalmente originale e interessante dove trovano spazio anche sound più vicini al Rock e al Jazz anni 70.

Dopo la prima data “in casa”, il rapper porterà questa sera al WooDoo Fest di Cassano Magnago (via I Maggio, dalle 20) il suo primo lavoro, davanti al pubblico delle grandi occasioni.

Mi aspetto di divertirmi e di far divertire la gente. La prima volta quest’anno è stata a Roma ed è stata una bomba, un sold-out con un sacco di gente. Spero di far divertire anche Varese.

Per me è difficile il contrario. Riesco solo a parlare di me, non potrei scrivere per altri, non ho quel talento di raccontare storie che non mi appartengono. Il mio approccio musicale è così, molto personale. La musica è veramente fica quando è vera: quando c’è puzza di baroccata e di plastica non piace e soprattutto non arriva alla gente. È come il McDonald’s: ti serve subito e ti sazia ma dopo mezz’ora hai ancora fame. Al ristorante invece i tempi sono più lunghi ma ti danno cibo vero.

Quel brano l’ho scritto intorno allo scorso agosto, quando lavoravo come operaio. Lì mi sono reso conto che non era assolutamente la mia vita. Sono convinto di poter far diventare questo il mio lavoro, non ho dubbi.

Con il “Pirata” ho un legame particolare. Nel brano faccio un parallelismo tra lui nel ciclismo e me nella musica. Pantani è uno dei più grandi campioni italiani di sempre nella storia e soprattutto è un campione vero. Quello che si è sempre rimesso in piedi dopo le cadute ed è sempre tornato più forte di prima. Dal punto più basso Pantani è sempre tornato in alto, lottando contro tutto e tutti. Ha sempre avuto quella capacità di non arrendersi mai e di saper spingere più forte nel momento più critico. È il mio eroe, la mia fonte d’ispirazione.

Roma è presente ma nei miei testi parlo tanto di cose, situazioni, problematiche che attanagliano un po’ tutte le città d’Italia. Purtroppo la globalizzazione, in questo senso, ha reso tutto il mondo paese, tutti dipendenti dalle stesse sostanze, dagli stessi problemi: parlo di Roma per parlare dl mondo. Ma dal disagio nascono le cose fiche quindi il mio è anche un desiderio: si possa rinascere dal caos.

Cerco di prendere molti sample da quei generi, nei miei beat metto suoni rock ma anche jazz. Musicalmente poi mi piace molto ascoltare i testi di quelle canzoni e prendere ispirazione da lì. Quei testi sì che erano fichi.