Arte e magia sui nostri laghi. Con un Festival da sold-out

La rassegna tocca sei piazze lacustri lombarde. Si parte venerdì a Lovere con i Legnanesi

Parte con un sold-out il Festival dei Laghi Lombardi 2017, la manifestazione che porta con teatro, musica, comicità, prosa e letteratura in cornici lombarde di eccezione, “storie d’acqua dolce” narrate da , , , e tanti altri.

Ad aprire saranno, venerdì a Lovere in provincia di Bergamo e in chiusura ci sarà a Varese, il 15 dicembre. Sono dieci gli spettacoli che toccheranno sei “piazze lacustri” della Lombardia, seguendo l’idea è nata da che ne segue la direzione artistica. «Sono protagonisti anzitutto il lago e la sua arte – spiega Pellicini, già direttore artistico del Festival del Teatro e della Comicità Città di Luino – Dopo 12 anni di rassegna “solo” sul lago Maggiore ho pensato di allargare l’orizzonte alla Regione».

Il filo rosso che collega luoghi e artisti parte dal voler mostrare una Lombardia «non solo grigia, nebbiosa, improntata su lavoro ed economia, ma anche terra con spazi stupendi, come sono appunto i laghi. Per sottolinearne le bellezze ci sono le eccellenze artistiche lombarde: nate e cresciute sui laghi o con legami importantissimi con gli stessi». Sono un vanto regionale I Legnanesi che «rappresentano la tradizione lombarda per eccellenza. In un modo globalizzato, fare un festival simile non avrebbe senso senza di loro che sono legati al lago Maggiore».

Gli artisti coinvolti sono quindi tutti legati all’identità lombarda di lago. «Pedrini, ex Timoria, è nato a Brescia ed è legato al Garda. I sono un vanto lariense. Lo scrittore Andrea Vitali è di Bellano, Branduardi vive a Varese» e Pellicini luinese.

Anche gli altri artisti pur non essendovi nati, sono legati alle atmosfere lacustri da ricordi indelebili di infanzia, di lavoro, di pura ispirazione e meditazione artistica.

, “quota rosa” del festival, «è molto legata alla nostra zona, dove ha fatto la gavetta». Bertolino sarà al Sociale di Como «come emblema della comicità lombarda moderna». Mogol c’entra «col Maggiore perché a Porto Valtravaglia andava a trovare il maestro , sin da quando era alle prime armi come autore e ha passato l’infanzia sulla sponda piemontese del lago».

, come il fratello , ha sempre avuto un amore sconfinato per oltre ad avere Locarno come punto di partenza per i suoi tour. In tanti “giocheranno” fuori casa in una sorta di contaminazione, «un gemellaggio tra amministrazioni e artisti».

Nei mesi di lavoro, racconta Pellicini, «ho compreso la voglia di collaborare tra laghi e amministrazioni, senza campanilismi. A loro va la mia gratitudine, ma in particolare a Regione Lombardia che ci è stata molto vicina. In un periodo di crisi, quando le istituzioni fanno uno sforzo per promuovere manifestazioni simili, vanno ringraziate anche perché significa che credono nell’idea».

Tutto il festival ha una dedica speciale: «che va al mio “papà lavorativo”, . È sempre stato un grandissimo laghèe e sono cresciuto sul lago con lui. Mi sembra doveroso fargli un omaggio ad ogni data della rassegna».