Donne, zingari e passione. La Carmen varesina a Lucca

Silvia Priori, direttrice del Teatro Blu di Cadegliano Viconago, questa sera alla Versiliana

“Diserta, vieni via con me, la vita errabonda, all’aria aperta, come tetto l’universo, come legge la propria volontà ma soprattutto la cosa più inebriante: la Libertà, la Libertà!”

La libertà, la passione, il fuoco. È una Libertà con la “L” maiuscola quella di Carmen, che oggi, alle 21.00, arriva al Teatro Grande per il Festival La Versiliana (Lucca) e che è pronta ad ammaliare gli spettatori con la sua anima rivoluzionaria, la sua personalità fuori da ogni schema sociale e il suo essere selvaggio. Arrivato alla sua 38° edizione, anche quest’anno il Festival toscano è pronto a regalare ben due mesi di spettacolo con 59 giorni di programmazione ininterrotta.

La direzione artistica è di , che ha confezionato un cartellone di ampio respiro abbracciando ogni genere di spettacolo, tra i quali appunto debutterà uno dei tre capitoli del progetto Teatro Opera della varesina e .

Nessuna stagione sembra essere più appropriata dell’estate per coinvolgere il pubblico in questa storia meravigliosa: tutti finalmente con la mente libera, il cielo al posto dei tetti, la voglia di vagabondare senza limiti… di sognare. Quest’opera tutta al femminile strizza l’occhio alle donne di oggi, che non possono non rivedere un po’ di se stesse nella indomabile Carmen. Lo sa bene la protagonista Silvia Priori che, con questo spettacolo in particolare, regala una delle sue più sentite e intime interpretazioni.

Il capolavoro di su libretto di , tratto da una novella di , è considerata opera nazionale francese e per questa versione ha visto la regia di e il testo di Silvia Priori.

Terza donna della trilogia di successo Teatro Opera firmata Teatro Blu, l’eroina gitana porterà in scena una suggestiva narrazione che mescola teatro, lirica e danza. Sul palco la nascita e la morte di un amore ardente, passionale e travagliato, quello tra Carmen e Don Josè, vissuto tra la polvere dell’arena e le danze degli zingari, tra i contrabbandieri e lo scalpitio dei tori.

Carmen risulta credibile ed estremamente attuale, forse la più reale e catartica dei personaggi della trilogia. Attraverso le arti della musica e della danza, attraverso il fluire delle emozioni e le suggestioni visive della scenografia, dove predomina il rosso del cuore, del sangue e della gelosia, la protagonista rivelerà tutta se stessa, il suo essere donna, libera e sicura di sé. Carmen è donna della modernità, è donna di oggi.

È disposta a donare tutta se stessa ma allo stesso tempo è conscia del proprio essere, della propria indipendenza. L’amore deve essere complicità, un correre insieme senza frenarsi, guardandosi negli occhi senza perdersi del tutto. Per questo Carmen nasce libera e libera muore.

Il cuore zingaro della protagonista, il suo vagare, non potrà essere fermato, nemmeno dall’amore di un uomo che vuole legarla a sé… E che forse, proprio per questa possessività, non si rivelerà vero amore ma ossessione mortale.

A creare l’atmosfera perfetta e a far emergere le più profonde emozioni ci penseranno le danze della ballerina di flamenco e la voce del soprano , che contribuiranno a creare un climax sempre più inteso di voce, immagine e dramma. D’effetto anche le scelte scenografiche e di light design, ideate da Roberto Garbolès.

Questo progetto, che unisce teatro ed opera, è dedicato alle grandi protagoniste femminili e alla loro visione dell’amore, vissuto in contesti e culture diverse. L’intento è di avvicinare all’opera chi all’opera non ci va o chi poco la conosce. Sul palco si mescolano arti varie che si fondono insieme, con l’obiettivo di arrivare al cuore del pubblico a 360 gradi.

Ogni personaggio ha qualcosa da donare al suo spettatore, un messaggio, un’emozione persa o dimenticata. Carmen, in questo caso, non potrà che regalare libertà.