Gli ospiti del Molina raccontano pezzi di storia

Il volume raccoglie le tragedie, gli amori e gli esili che hanno portato alcuni pazienti della struttura a Varese

Sono storie sorprendenti, commuoventi, significative istantanee di un’altra epoca, quelle raccolte in “Storie di ieri, storie di oggi” a cura di Carlotta Fidanza Cavallasca, volontaria del Servizio Biblioteca della Fondazione Molina Onlus. Si tratta della seconda edizione di un progetto che raccoglie trentacinque storie di alcuni eccellenti ospiti della struttura che hanno voluto condividere i propri ricordi biografici.

La grande storia interviene a cambiare il destino degli uomini; la guerra, la tragedia, l’esilio ma anche l’amore, la professione e le scelte che hanno condotto alcuni degli attuali pazienti del Molina a trovarsi a vivere nella provincia di Varese. Tra le pagine di questa speciale antologia, la dolorosa “Testimonianza” di Giorgio Macchi, scomparso diversi mesi fa, padre della studentessa uccisa il 6 gennaio 1987, a Cittiglio, Lidia Macchi, sulla cui morte ancora non è stata fatta ancora chiarezza.

Macchi rifletteva sulla vita prima del terribile evento: “Prima di questo gravissimo fatto, si viveva giorno per giorno, indaffarati, sempre di fretta, sempre col problema dei soldi, del lavoro, della salute e dei figli, ma mai un momento per noi stessi, per scavare dentro e chiederci se era giusto quello che si stava facendo, se tutto sommato il senso della vita era proprio quello. In quel periodo anche il discorso religioso veniva sempre accantonato, in quanto le cose andavano bene e non vedevo perché dovevo cercare Dio. Quando le cose vanno male allora ci si accorge di più di questa presenza. Ma che senso ha scoprire queste cose attraverso un dolore tanto profondo come quello che abbiamo dovuto provare noi?”.

La testimonianza di Macchi si apre alla speranza con i progetti che sono nati grazie alla Fondazione Lidia Macchi, in Africa perché, come ha scritto Lidia “la morte non potrà avere l’ultima parola”.

Per scappare dalla minaccia della morte, Licia Rigo lasciò la terra natale, Pinguente d’Istria, territorio, dopo l’8 settembre, occupato dai partigiani comunisti di Tito, perché iniziavano inquietanti sparizioni: “senza motivo, solo perché italiano, presero il fratello di mio padre, aveva 35 anni e non lo vedemmo mai più. Vivevamo nel terrore: spesso c’erano incursioni nelle case per razziare cose di valore e prelevare persone che poi scomparivano”.

Una storia di esilio condivisa anche da Tarcisia Ersilia Fioretti, di Degnano d’Istria in provincia di Pola, che vide crollare il palazzo in cui viveva con la sua famiglia. E, tra le pagine di storia, anche quella di Giovanni Stefenoni, militare italiano prigioniero dei tedeschi dopo l’8 settembre e sopravvissuto ai lager di Limburg e di Kaiserslautern, tra lavori forzati, fame e stenti.

Anche la storia di Simone Loukmann Magistrini, in arte Simone Paris – una delle storie più liete ed emozionanti del volume – è iniziata con la tragedia del campo di concentramento e della Shoah. Simone frequenta a Ginevra una scuola di moda e proprio lì decide di seguire la professione di parrucchiera. Il sogno di aprire un salone a Parigi, a Londra diventa presto una realtà. Tra le clienti più illustri di Simone, ricorda la duchessa di Windsor, la principessa Margaret, Jacqueline Kennedy, Maria Callas e numerosissime attrici famose come Shirley Bassey e Dawn Addams.