Ho paura della società che stiamo diventando

Il commento di Marco Tavazzi

Ormai quasi ogni giorno ho paura ad aprire Facebook. Ho paura. Lo ammetto. Peccherò di arroganza, forse, ma credo ci voglia coraggio ad ammetter di aver paura. E non ho paura per me stesso. Ho paura vedendo dove sta sprofondando la nostra umanità. Quello che mi fa paura è l’abisso di rabbia e di ignoranza che rappresenta ormai il comun denominatore della stragrande maggioranza dei commentatori sui social network, dei cosiddetti “leoni da testiera”, persone che hanno la necessità

di intervenire sui più disparati argomenti, ma non per approfondirli o per dare il via ad un dialogo costruttivo con altri utenti, bensì semplicemente per sparare sentenze e dare sfogo alla propria rabbia evidentemente repressa. Alla propria frustrazione, mi viene da pensare, leggendo i commenti sotto ai link degli articoli, o anche molti post che nascono dal nulla, parlano del nulla e finiranno nel nulla. No, proprio nel nulla no, perché qualcosa lasceranno. Una briciola di odio in più su questo mondo. E tante briciole formano le montagne. Che prima o poi ci schiacceranno.

Non sono un cosiddetto buonista e non amo l’altra faccia della medaglia dei “commentatori frustrati” che sono i buonisti. Due opposti che si assomigliano, due estremismi che non fanno altro che peggiorarci.

Credo siano questi i muri più duri, eppure più importanti, da abbattere.

I muri della superficialità, della presunzione di avere la verità in tasca e doverla diffondere con la forza, difenderla anche se si sa che è sbagliata. L’incapacità di cambiare idea, rimanendo arroccati sulle proprie posizioni. Insomma, l’antitesi di quello che ci ha insegnato Socrate, ovvero di ricercare la verità in modo costruttivo, confrontandoci e non distruggendoci. La nostra società adesso sta venendo definita, proprio ricollegandoci al fenomeno delle false notizie sui social network, della “post verità”: Ritengo più appropriato definirla società della “distruzione”.