Il “retyping” di Tim Youd Hemingway su due fogli

È arte e si compie nella stessa stanza dell’Hotel des Iles Borromees, a Stresa dove, soggiornò lo scrittore

Il suono inconfondibile dei tasti di una vecchia macchina da scrivere rieccheggia nella stanza numero 106 del Grand Hotel des Iles Borromees, a Stresa.

Un americano di cinquanta anni è impegnato a trascrivere, a macchina, “A Farewell to arms”, “Addio alle armi”, il celebre romanzo di Ernest Hemingway, nella “Hemingway suite”, la camera in cui il grande scrittore americano soggiornò, convalescente, nell’immediato dopoguerra e, in seguito, nel 1948. Sull’ampio terrazzo della camera che guarda il lago Maggiore, Hemingway scrisse, infatti, parte del libro.

L’uomo che siede alla scrivania dello studio, tra le pareti in marmo giallo di Siena, capitelli a stucco, trompe-l’oeil e particolari in oro zecchino, sotto a medaglioni dipinti e lampadari di Murano, è Tim Youd, nato in Massachusetts a Worcester nel 1967, non è uno scrittore ma un artista che vive a Los Angeles, ed è impegnato, in questi giorni, a comporre, all’interno del prestigioso albergo – dove soggiornarono anche George Bernard Shaw, John Steinbeck e Archibald Cronin – un capitolo della sua più importante creazione artistica. Le “100 novels”, ovvero i cento romanzi trascritti, pagina dopo pagina, riga dopo riga, lettera dopo lettera, battuti a macchina, su un paio di fogli di carta.

La macchina da scrivere di Tim Youd è una Corona n. 3, rigorosamente lo stesso modello usato da Hemingway. Mancano circa una ventina di pagine: la performance – creazione artistica è quasi ultimata; il risultato è vicino. La pagina inserita nella macchina da scrivere è già pressochè illeggibile, nerissima. I due fogli, tra loro attaccati con piccoli pezzi di nastro adesivo bianco, resistono coraggiosamente alla tambureggiante onda di inchiostro, una ferita ha tagliato a metà il primo foglio e Tim ci inserisce un dito per mostrarmi la piaga. È impressionante.

Sul bordo del foglio si riconosce a stento qualche lettera rimasta impigliata e sopravvissuta, sfuggita alla sovrascrittura. Questo è ciò che rimane di un romanzo. Le letture dell’opera sono, necessariamente, contraddittorie e molteplici.

Si tratta della seconda volta che Tim Youd batte a macchina “Addio alle armi”. La prima del “retyping” era stata in Arcansas, nella casa museo Hemingway – Pfeiffer, ora degli eredi di Pauline Pfeiffer, la seconda moglie dello scrittore, dove Hemingway aveva effettivamente composto la maggior parte del romanzo. Perché proprio A farewell to Arms? «Addio alle armi è uno dei miei romanzi preferiti – racconta Tim Youd – l’ho letto per la prima volta a tredici anni ed è

uno dei primi romanzi che ho letto. Penso che questo libro sia ciò che un romanzo debba essere. Credo che questo romanzo spieghi cosa significa essere un uomo, nonostante sia un susseguirsi di tragedie, ho imparato molto da questo romanzo: ogni volta che lo leggi ti arricchisce. Alla fine di ogni lavoro di retyping, mi domando se valga la pena di rileggere il libro che ho battuto a macchina. E, nel caso di Hemingway, ho pensato che ne valeva la pena. Questa è la quarta volta che leggo “A Farewell to arms” e, ogni volta, ricevo altri doni dal romanzo e anche ora sento che il messaggio è stato più profondo della volta precedente».

Com’è nata l’idea di realizzare questo originale progetto artistico? «Quando leggi, vedi un rettangolo bianco e nero sulla pagina del libro, così ho pensato a come avrei potuto comprimere l’intero romanzo in due sole pagine. Quando ho maturato quest’idea, ho pensato che avrei potuto riscrivere tutto a mano, ma avrei preferito qualcosa che mantenesse la natura stampata del libro e così ho pensato di utilizzare la macchina da scrivere, lo stesso modello utilizzato dall’autore».

Il prossimo lavoro di questo “Pellegrinaggio letterario” di Tim Youd sarà dedicato a “Il talento di Mr. Ripley” di Patricia Highsmith, la cui performance di “retyping” andrà in scena il prossimo giovedì 13 luglio, in occasione del vernissage della sua prima personale “Ecstatic Reading” a New York, presso la Cristin Tierney Gallery, dove saranno esposte queste particolari opere d’arte e di letteratura.