La comunicazione intima della lirica di Raffo nel libro che segna la rinascita e la giocosità

L’autore presenterà il suo ultimo volume “Corpo segreto” domani alle 18 alla Libreria Mondadori di Laveno

Appuntamento a Laveno per “Corpo segreto”, l’antologia poetica di Silvio Raffo pubblicata con LietoColle, sabato 8 aprile, alle 18, presso la Libreria Mondadori “Il Libro” di Barbara Salvioni (Via Labiena, 10).

, romano di nascita, poeta, narratore, docente di letterature comparate in più atenei, ha pubblicato saggi critici e antologie per le principali case editrici italiane, come “La sposa del terrore” e la biografia, “Io sono nessuno”. Ad oggi Raffo è uno dei più prolifici traduttori e studiosi di poetesse anglo-americane, fra cui Emily Brontë, Charlotte Brontë, Anne Brontë, Christina Rossetti, Edna St. Vincent Millay, Dorothy Parker, Sara Teasdale, Wendy Cope. Per Mondadori ha riportato alle stampe, dopo anni di silenzio, le poesie di Ada Negri, e Sibilla Aleramo. Nel 2012 ha curato la prima riedizione delle poesie e delle lettere della poetessa torinese Amalia Guglielminetti, a lungo ingiustamente dimenticate.

Raffo ha collaborato anche con riviste e trasmissioni televisive come Rai5 e presto da uno dei suoi libri più famosi, finalista al premio Strega, “La voce della pietra”, uscirà il film “Voice from the stone”, con la celebre attrice Emilia Clarke, in anteprima nelle sale cinematografiche americane il prossimo 28 aprile. Il dodicesimo volume di poesie di Raffo è, secondo l’autore, «un libro sulla comunicazione intima, fra io e kosmos. Il corpo segreto è, steinerianamente parlando, il corpus subtile o etereo, quello con cui Dante è stato in Paradiso».

È un libro filosofico? «No, direi piuttosto un libro giocoso, che segna una rinascita dello spirito vitale, rispetto alla precedente raccolta più malinconica, è un libro in cui l’occulto si fa parola e canto».

L’importante critico letterario Elio Gioanola si è espresso in questi termini: «Poesie di una straziante bellezza. Silvio Raffo è poeta destinato alla perfezione: la perfezione che non esiste».

La bellezza delle liriche di Raffo si nasconde nel gioco seduttivo fra musicalità e temi, tra cui dominano solitudine, la frontiera, la condizione di precarietà dell’uomo che si sente già fantasma, l’inesistenza della vecchiaia, la memoria e il viaggio, che spesso è volo metaforico di un angelo “nomade di luce”.

Il volume raccoglie quindi parte della produzione lirica degli ultimi due anni di Raffo, e le poesie sono riunite per suite, collegate insieme per fili tematici.

Da quali ispirazioni prende le mosse la terza sezione “Sub sidere laevo”?

«Questa sezione prende il titolo da “sotto sinistra stella”, un verso latino di Francesco Petrarca, dall’Africa, quando il fratello di Annibale, Magone morente, sta morendo sul mare, e si lamenta della labilità della fortuna, se doveva morire sotto una stella sinistra sotto il cielo».

Nel volume traspaiono importanti ascendenti della classicità?

«La lettura dei classici è una fonte principale per chiunque voglia fare poesia. La forza con cui si imprimono nella memoria grazie alla musicalità i versi, il poetare in rima che non è obsoleto perché, nel mio caso, il lessico è modernissimo, classicità e modernità vanno a braccetto, in una sorta di Neoclassicismo».