La purificazione spirituale attraverso la poesia

Domani alle 18.30 a Villa Toeplitz a Varese la presentazione di “Corpo segreto” di Silvio Raffo

Sono le istruzioni di viaggio per il solo percorso che possa salvarci: la purificazione spirituale attraverso la poesia. Ecco come definisce il “suo” “Corpo segreto”, Lieto Colle edizione, l’ultima antologia di liriche, il poeta e professore varesino Silvio Raffo, che sarà presentata ai “Giardini Letterari” presso la Villa Toeplitz di Sant’Ambrogio, il prossimo giovedì 20 luglio, alle 18.30. Si tratta del dodicesimo libro di liriche del prolificissimo Raffo, dal cui libro “La voce della pietra”

edito dal Saggiatore e finalista al Premio Strega, si attende, in Italia, l’uscita del film “Voice from the stone”, diretto dal regista Eric D. Howell, con la bellissima Emilia Clarke. Raffo aveva esordito, giovanissimo, con “I giorni delle cose mute”. Agli stessi anni risale l’amicizia con figure di primo piano nel panorama letterario italiano, quali Natalia Ginzburg, Maria Luisa Spaziani e Daria Menicanti, oltre a Margherita Guidacci e Paola Faccioli. La sua attività poetica è proseguita negli anni ’80 con la pubblicazione delle raccolte “Lampi della Visione” e “L’equilibrio terrestre”, fino ai più recenti “Maternale” (NEM) e “Al fantastico abisso”. Sempre agli anni ottanta risale l’approdo alla traduzione, con la pubblicazione di un’antologia di Emily Dickinson.

L’amore per la poetessa è stato coltivato per anni, attraverso diverse raccolte edite dall’editore milanese Crocetti ed è confluito nelle 1174 poesie tradotte per il Meridiano Mondadori. Lo studio della Dickinson ha avuto anche risvolti saggistici, come “La sposa del terrore” e la preziosa biografia, “Io sono nessuno”.

Ad oggi Raffo è uno dei più prolifici traduttori e studiosi di poetesse anglo-americane, fra cui Emily Brontë, Charlotte Brontë, Anne Brontë, Christina Rossetti, Edna St. Vincent Millay, Dorothy Parker, Sara Teasdale, Wendy Cope. Per Mondadori, ha riportato alle stampe, dopo anni di silenzio, le poesie di Ada Negri, e Sibilla Aleramo, senza dimenticare Amalia Guglielminetti. Insieme all’amore per la poesia, Silvio Raffo ha dedicato una vita all’insegnamento e fortissimo è il legame con i suoi allievi, per lo più “cairolini”.

“Alba del tempo”, la lirica che apre il volume è dedicata a Ninni Roselli, suo ex allievo del Cairoli prematuramente scomparso a cui Raffo ha voluto intitolare il tradizionale concorso di poesia del “suo” liceo classico, dove ha insegnato per diversi decenni.

«Il fanciullo ‘immobile nel sole’, della lirica d’apertura – spiega Silvio Raffo – ispirata a Ninni Roselli, è figura metaforica di un incanto edenico. Il volume, diviso in cinque sezioni tematiche, è in un certo senso un viatico, un invito al viaggio per chi è intenzionato a compiere il solo percorso che possa salvarci oggi, quello della purificazione spirituale. Il corpo etereo arriva a una sorta di nirvana attraverso la Poesia». Quali sono i riferimenti letterari del suo “Corpo segreto”?

«Il riferimento è senz’altro a Steiner, al ‘corpus sottile’, con cui Dante Alighieri è stato in Paradiso, il corpo segreto, che attinge ad una terminologia esoterica».

Come si distingue questa antologia dalla precedente “Veglia d’autunno”? «Questo è un libro giocoso, che segna una rinascita dello spirito vitale, rispetto alla precedente raccolta più malinconica, raccoglie la mia produzione, parte della mia grande produzione, che contiene oltre mille liriche inedite. Il volume raccoglie quindi parte della produzione lirica degli ultimi due anni, e le poesie sono riunite per suite. Una delle mie caratteristiche è infatti che i testi sono collegati tra loro». Quali sono i temi ricorrenti? «Senz’altro il tema memoriale, ho molto coltivato l’atmosfera memoriale nelle mie poesie, come “Alba del tempo”, “Stanchezza di Mnemosine”, che ha vinto anche il “Premio Cardarelli”, nella giuria Margherita Guidacci e Milena Milani». Nella sua poesia si ritrovano riferimenti alla filosofia e alla classicità? «La mia è la filosofia del “As if”, titolo che dà il nome ad una lirica, bisogna vivere facendo sempre questa premessa, come se, fai finta che. “Forse Dio non esiste, e la battaglia/che si combatte quotidianamente/è già persa in partenza,/quest’infelicità che ci travaglia/ è solo un fatuo gioco della mente”».