La stagione dorata del teatro Santuccio

Fausto Caravati, direttore del “Green Slevees Gospel Choir” da ben 25 anni e responsabile della comunicazione per il centro Gulliver, è stato quest’anno il responsabile artistico al teatrino Santuccio, di via Sacco, proprio nel cuore di Varese.

Un anno è passato in fretta fra teatro, danza, canto, poesia, musica con Luisa Oneto, Roberto Plano, Silvio Raffo, Solevoci, Biodanza, il Tango e i Plateali. Ed è tempo di bilanci e di progetti.

Che cosa ha imparato da quest’anno di “prova”, di prove, di sperimentazione? «Anzitutto ho sfatato il mito che a Varese non c’è niente, ci sono moltissime associazioni culturali a cui dare voce e spazio». Per chi non lo avesse mai visto, come definirebbe il Santuccio? «è un luogo speciale, dovuto alla sua forma, alla sua posizione, ideale per le scuole».

Il Santuccio ha una forma perfetta per la musica corale, permette alla platea di abbracciare il coro e viceversa, per il canto a cappella. In un teatro raccolto con un’acustica perfetta. Come è possibile fare teatro senza le quinte? «Da quando il Gulliver ha preso in gestione il teatrino, abbiamo attrezzato il teatro con luci, audio, quinte mobili, abbiamo rifatto le sedute, il parquet».

Da un anno è nata anche l’Accademia di canto proprio sopra al Teatrino, di musica corale soul, gospel, jazz, unica Italia nel suo genere, e vanta già un centinaio di iscritti. Come una calamita, il Santuccio attrae anche i cori di tutto il mondo che attraversano l’Europa: «Oltre al coro di Copenhagen, ha cantato qui il famoso coro di Boston».

Musica corale, ma non solo. I progetti per la stagione 2014/15 sono diversi e per tutti i gusti: oltre a Speakeasy «nato dall’idea di Stefano Beghi e di KarakorumTeatro, prima rassegna di teatro Off varesina, di contrabbando, da salotto, fatto da una trentina di giovani artisti emergenti in gamba, avremo Voices all around, incontri con il pianista Roberto Plano, il Tango social club, il match di improvvisazione teatrale, “Un sacco di risate” con il cabaret, il teatro per bambini e un evento speciale anni ’20, il Grande Gatsby rivisto da Silvio Raffo, serate a tema con dress code».

Un teatro costruito negli anni ’20 non può che essere la cornice ideale per uno spettacolo dedicato al grande scrittore americano Scott Fitzgerald. «“Tenera è la notte” – afferma Silvio Raffo – non è solo uno spettacolo, non è la trascrizione del romanzo, ma la nostalgica rivisitazione di personaggi storicamente esistiti, che si dedicavano all’eterno intrattenimento in un mondo frivolo, di evasione totale».

Chi sono questi personaggi davvero esistiti? «Dorothy Parker, Lillian Hellman, Hemingway, Zelda e Scott sopra tutti. In questi personaggi si intravede il gusto e la consapevolezza di un decadimento. L’edonismo, l’arte, il divertimento; per temperamento, follia e desiderio, erano edonisti, con una venatura di malinconia che si sente nel Grande Gatsby».

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