«Laura, donna che sa ciò che vuole»

Le prime anticipazioni parlano dell’addio di due personaggi della seconda stagione: Bruno Attali interpretato da Francesco Arca, e Don Lorenzo interpretato da Simon Grechi.

Per la stagione tre sono previste due puntate in più: saranno di fatti quattordici quelle che vedremo nel 2015. Per la nostra Elisabetta si profila un personaggio in trasformazione di cui per ora non può svelare troppo.

Come sta andando la registrazione della nuova stagione?

Abbiamo iniziato a girare in questi giorni e finiremo tra dicembre e gennaio. Si ricomincia quando nella storia sono passati tre, quattro anni e i personaggi si rivedono dopo che le loro vite sono evolute.

Non posso dire molto, ma ci eravamo lasciati con il pubblico che era disperata perché Matteo Scilla l’aveva lasciata, aveva tentato il suicidio e iniziato il mestiere della donna di strada. Le è andato bene, ora Laura non ha problemi di soldi è più cinica e dominatrice, una trasformazione da donna fragile che risentiva delle scelte sbagliate e si buttava a capofitto nelle storie d’amore rimanendo puntualmente scottata, ora sa quello che vuole.

Farsi rispettare… e vedremo come si evolveranno le cose. Laura è più stratega e cinica, con un look come Amy Adams in “American Hustle”. Un po’ una dark lady nel modo di vestire e nell’atteggiamento.

Assolutamente sì. Questa esperienza mi ha dato tantissimo anche in termini di visibilità in Italia, ma anche ora che sono stata in Grecia le persone mi fermavano e mi riconoscevano: si sono affezionate al personaggio.

Significa adattarsi a continui cambi e questo è il bello, ma anche il difficile del mio personaggio. Ora che Laura è spietata e dominatrice ed è ancora più complesso perché è l’opposto di quello che sono io: odio le donne così e mi tocca fare questo, un atteggiamento femminile che non sopporto, ma per fortuna poi si torna alla realtà.

La sceneggiatura propone una storia bella, forte e ricca di colpi di scena: speriamo che al pubblico piaccia e si confermi il successo delle passate stagioni.

La “vita” non l’ho mai fatta e non mi interessa. Ho fatto come procedo di solito studiando un personaggio, scandagliando le sceneggiature e preparandomi lo schema di evoluzione del mio personaggio e di quelli che entrano in contatto con il mio. Non giriamo mai in ordine cronologico e se ho uno schema non so cosa è successo prima. È importante soprattutto per le scene forti, che comunque sono adatte al pubblico di prima serata. In alcune situazioni devo essere sensuale, tirar fuori il sex appeal, e per me è un po’ complicato da fare: vediamo come riesco a gestire questa cosa. Conosco i registi, ma avrò un nuovo partner che spero di conoscere presto per una questione di confidenza.

Il 4 settembre presento in Campidoglio con Gianluca Meola una serata contro la Sla alla scoperta di nuovi talenti nell’ambito della moda e dello sport. E poi ho appena finito di girare due cortometraggi: “Una storia Barbara”, tratto da una storia vera di violenza sulle donne; e uno sulla vita di Giuseppe Verdi con Haber. Sono la prima moglie di Verdi a cui dedica il “Nabucco””.

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