L’intervista a Enrico Brignano

L’attore romano in città per il suo spettacolo Evolushow, venerdì e sabato all’Ucc di Varese

– L’esilarante Brignano ha fatto “evolvere” dalle risate Varese. Con il suo Evolushow inedito e seguitissimo all’Ucc, l’attore romano ha condotto il numeroso pubblico in un interessante e spassoso viaggio attraverso l’evoluzione, scherzando con le sue incoerenze e ironizzando di qualche errore.
Visto che i nostri tempi consumano tutto rapidamente, dopo anni di spettacoli serrati legati ad argomenti molto personali – dalla sua Roma alla famiglia, fino al racconto del meglio del Paese vista la débâcle italiana – per Enrico è nata l’esigenza di un cambio di registro. «Perchè non parliamo di noi?». Da questa domanda è sorta la matrice di uno spettacolo comico, trovandone una formula ridanciana.

È un puntino, l’ultimo arrivato. Se facessimo il paragone con un anno solare, la Terra sarebbe comparsa all’inizio e l’uomo negli ultimi tre secondi del 31 dicembre, giusto prima dei botti di Capodanno. Nonostante la sua piccolezza, l’uomo si sente padrone della Terra: la sfrutta, ammazza per accaparrarsela, inquina mari e terre, credendo di essere l’unica specie veramente intelligente.

In realtà è uno show sulla fiducia nei confronti dell’essere umano, sul fatto che possa fare di più.

Ci sono momenti un cui in cui applaude in piedi e sono colpito, costernato, esterrefatto e sgomento perchè di questi tempi di disfattismo e diffidenza verso un nuovo spettacolo mi meraviglia.

Sul palco c’è un maxi schermo, grosso come l’appartamento di un politico…. Sembra di stare in un videoclip.


Sono diffidente. Credo che possa migliorare alcune cose della vita, come diminuire l’alienazione del lavoro. Mi convince meno quando diventa integrante nel divertimento e nel sapere. Impariamo leggendo e vedendo. La cappella Sistina va vista e annusata dal vivo. Sarebbe come fare l’amore sul web, senza capire cosa significhino una carezza o un bacio.Quindi è meglio fare un certificato medico o un altro documento da casa, piuttosto che fare la fila per un timbro come si ama fare in Italia, ma le altre cose, come un panorama, vanno viste dal vero.

Per Natale faremo un piccolo stop di una settimana e poi andremo avanti fino ad aprile. Il mio è il lavoro più bello del mondo. Non ho bisogno di riprendermi, perchè del girovagare prendo il meglio. Mi porto la bici e se, per esempio, vengo a Varese mi faccio un giretto e cerco di vedere le cose più belle dell’Italia.

In realtà non posso rispondere senza essere indeciso perchè credo che tutte e due le esperienze valgano la pena. Si possono fare a una piccola distanza di tempo, avendo sempre la nostalgia del precedente. Lo show da solo ha comunque un clima molto ridanciano, mentre quello corale è una festa in cui sono tutti felici di appartenere al proprio ruolo.

Dal 1962 questo spettacolo è andato nelle Americhe e ha visto i più grandi attori interpretarlo. Vincere il Biglietto D’Oro significa che tanta gente l’ha apprezzato ed è una grande soddisfazione.

Prima ne avevo di più, ma ho capito che se ne può fare a meno. Ovviamente non mi porto in scena un gatto nero, cerco di non rovesciare il sale e se mi casca il copione lo batto tre volte a terra… ma non sono così scaramantico.