Notti londinesi tra tavolini sporchi e tenori. Cosa non si fa per un concerto di John Mayer…

Ti ricordi quella volta?

Puoi fermare la passione? Non scherziamo. Lo aspetti da una vita, perché le sue canzoni, i suoi album le sue paranoie e le sue – e quindi anche le tue – verità ti hanno riempito le orecchie fin dal tuo primo lettore mp3. Scopri che suonerà a Londra, cosa fai, ti fermi?

Allora ti armi di due pc perché il biglietto per il concerto di John Mayer all’O2 Arena deve essere tuo. La passione aiuta i pazzi. E ce la fai. Blocco A, fila R. Vicinissimo. Prenoti il volo, con il fratello più johnmayeriano di te e l’amico che alle cazzate non dice mai di no. Volo Bergamo-Luton, ore 23.10, arrivo intorno alla 1.30, orario inglese. Poi, vuoi il tempo di capire quale bus devi prendere per arrivare a King’s

Cross – dove hai prenotato l’ostello – e quello di fare millemila chilometri, si fanno le 4 del mattino. Ma tanto hai l’ostello, puoi dormire. Alt. Theo, il ragazzo dello staff che ti aveva dato conferma via mail giorni prima, è stato licenziato l’altro ieri perché ha combinato disastri sulle prenotazioni. Ergo, l’ostello non ce l’hai, e non puoi dormire. Bussi a qualunque hotel, ostello o casa per cercare un giaciglio. “Hello, Goodbye”. Quindi vaghi per una Londra deserta, con il tuo trolley e le occhiaie fin sotto ai piedi. Un’anima pia ti apre le porte della hall del suo “ostello” – più simile ad una pizzeria sgomberata – e ti fa stare sulle sedie alte un metro all’ingresso.

Sdraiarsi? Impossibile, anche perché, mentre gli altri due si addormentano nelle posizioni più improbabili, Giuseppe, uno spagnolo con origini italiane (forse) e inglesi, ti attacca un bottone sulla grammatica spagnola disegnata su un depliant di carta e ti racconta che faceva il tenore alla Scala di Milano e che aveva giocato a tennis con Rafa Nadal quando era piccolo. Si fanno le 7, scappi da quella specie di ostello e ti rifugi alla stazione di King’s Cross, sulle sedie del primo bar che sta per aprire, e finalmente ti appisoli. Ma poi gli inglesi invadono la stazione e fanno foto di te sdraiato biecamente su un tavolino di metallo freddo e sudicio. Non fa niente, tiri sera vagando per Londra, tra luci e double bus. Arrivi al concerto e John Mayer fa lo show della vita. Quello che ti aspettavi, quello che volevi, che ti meritavi. La sua chitarra prima ti graffia e poi ti accarezza. Il concerto è stata una figata.

Ecco perché hai già il biglietto del suo prossimo show. A Londra. All’O2 Arena…