Piero Chiara e Guido Morselli insieme al Caffè Zamberletti

Il Gran Pignolo vuole celebrare i due intellettuali con due statue da collocare in corso Matteotti

Due scrittori discuteranno di letteratura al tavolino di un caffè.

Sono le statue in bronzo di Piero Chiara (Luino, 1913 – Varese, 1986) e di Guido Morselli (Bologna, 1912 – Varese, 1973) che saranno posizionate davanti allo Zamberletti di corso Matteotti.

È partita a Varese l’originale iniziativa di creare un monumento celebrativo alle due glorie letterarie varesine: a ideare e promuovere la raccolta fondi per realizzare l’opera monumentale l’ex “gran pignolo” Mauro Della Porta Raffo, non nuovo a curiose iniziative culturali, amico dello scrittore luinese e presidente onorario di un’associazione varesina dedicata alla cultura, alle lettere e alle arti che nasce con l’intento di promuovere percorsi, dibattiti e incontri volti a rendere più bella la città di Varese: “Varesepuò”.

Mauro Raffo è anche fratello del poeta e scrittore Silvio, che da dieci anni, è presidente del Comitato Guido Morselli a cui ha intitolato un premio letterario per il romanzo inedito e ha aperto una mostra dedicata al celebre scrittore di “Dissipatio H.G.” alla Casina Rosa di Gavirate.

L’idea è quella di realizzare un gruppo in bronzo, a grandezza naturale, rappresentante Piero Chiara e Guido Morselli intenti a questionare come in effetti accadeva loro. Le due figure sedute attorno a un classico tavolino da caffè. Si tratta di una forzatura perché i due scrittori non si potevano soffrire, avevano caratteri molto diversi l’uno dall’altro.


Mi ricordo che Morselli preferiva andare al Ghezzi, era molto chic ed era raro che andasse da Zamberletti. Mi ricordo però di un loro discorso a proposito delle loro preferenze letterarie: il contrasto era dovuto al fatto che Chiara amava un genere, Morselli tutt’altro.


Ho chiesto un preventivo di massima a Pietro Scampini, che ha appena realizzato la statua di Nelson Mandela a Milano, ma faremo un concorso. L’importante è che emerga il fatto che non siano d’accordo fra loro.


Intendiamo partire a spron battuto. Dalla settimana del 31 agosto e per almeno il periodo settembre/ottobre, al mattino, direi dalle 10 alle 12.30, noi di Varesepuò, autorizzati debitamente, collochiamo davanti al Garibaldino un tavolino e un paio di sedie. L’intento è quello di invitare i passanti a stringermi la mano.


A tutti coloro che lo faranno pagando dieci euro (o più, se lo vorranno) sarà rilasciato un documento certificato dal quale si evince che, avendomi appunto stretto la mano, sono a ’Sette strette di mano da Napoleone’. Io ho difatti stretto più volte la mano a Enzo Pifferi (fotografo ed editore comasco). Pifferi ha a suo tempo lavorato al ’Ben Hur’ cinematografico con Charlton Heston e gli ha stretto la mano. Heston ha in precedenza lavorato con Orson Welles in ’L’infernale Quinlan’ e gli ha stretto la mano. Welles da ragazzo aveva conosciuto una allora anziana Sarah Bernhardt e le aveva stretto la mano. Bernhardt molti anni prima aveva conosciuto una a sua volta anziana Madame George, amante riconosciuta di Napoleone. Sei strette di mano per arrivare da Mauro della Porta Raffo a Napoleone. Sette con la mia al donatore.

In alternativa, usando un mazzo di carte e facendo una smazzata con i passanti interessati, possiamo rilasciare un documento nel quale si certifica che il signor tal dei tali ’si trova a quattro smazzate di scopa d’assi da Giosuè Carducci’. Io ho giocato a scopa d’assi infinite volte con Piero Chiara. Chiara ha giocato in molte occasioni ai primi anni Settanta a Runo, allo Smeraldo, con un Giuseppe Prezzolini già molto anziano. Prezzolini, da giovane, ha giocato appunto con Carducci!

Il monumento, che si ispira alle statue di Svevo, Joyce, Saba a Trieste, accenderà il dibattito in città e porrà l’attenzione sul rilievo di due intellettuali che non si amavano ma che hanno raggiunto entrambi, in vita e dopo la morte, l’immortalità letteraria.