Un anno senza il mito del rock. David Bowie vive in tutti noi

Il 10 gennaio 2016 si spegneva uno dei più grandi e rivoluzionari musicisti di tutti i tempi

È passato un anno dalla morte di David Bowie. Ma l’artista continua a vivere attraverso i suoi fan. A Varese c’è n’è una speciale, Caterina Borroni, che dall’età di 11 anni ha cominciato a seguire la star (o anti-star) del rock’n’roll.

«La rete si sta scatenando in queste ore, segno che il Duca Bianco regna ancora incontrastato – afferma Caterina – David Bowie è l’artista per antonomasia, ma se ne sono tutti accorti dopo. La ricorrenza della sua morte è davvero sentita nel mondo. Era amatissimo. In questi 12 mesi non si è mai arrestata la ricerca delle sue immagini inedite e rare. Io ho aperto un profilo Facebook proprio perché, entrando in contatto con altri fan, riesco ad accedere a contenuti sempre nuovi, come alcune fotografie davvero sensazionali».

Scomparso all’età di 69 anni il 10 gennaio scorso, considerato uno dei più influenti artisti del Novecento, David Bowie è stato celebrato in tutto il mondo. Da Brixton, il quartiere londinese dove David Robert Jones (questo è il suo nome vero) è nato l’8 gennaio del 1947, fino al duomo di Utrecht.

Che se ne sia andato troppo presto è testimoniato dalla voglia, dimostrata dai suoi fan, di averlo ancora qui. A Bologna, la tappa italiana di “David Bowie is” ha richiamato ben 130 mila visitatori. A Varese, nel mese di novembre, Caterina Borroni ha organizzato una serata-tributo per rendere omaggio al fondatore del glam rock. Le richieste di partecipazione hanno superato di gran lunga i posti disponibili.

«Ho iniziato a preparare la serata con due mesi di anticipo – spiega Caterina – Quello che mi dispiace è che negli ultimi momenti si è scatenata la rete e ho ricevuto numerose richieste di partecipazione che non ho potuto soddisfare. È stato un grande dolore lasciare fuori fan e artisti. Vorrei organizzare un’altra serata, ma in un contesto più grande, magari a Milano, prevedendo un pubblico di 400-500 persone».

Del Duca Bianco continua ad affascinare anche il look. Non a caso Caterina, durante la serata tributo, vestiva lo stesso abito indossato dall’artista sulla copertina di «Little Wonder», disco uscito per il suo cinquantesimo. «Adesso quell’abito è su un manichino, conservato in una teca – spiega – spero di avere altre occasioni per metterlo».

I fan Varesini si sono dati appuntamento a Londra per vedere Lazarus, il musical ispirato al romanzo di Walter Tevis “L’uomo che cadde sulla terra”. Si tratta di un appuntamento simbolico perché durante la prima del musical, il 7 dicembre scorso, Bowie ricevette il suo ultimo applauso.

«Sono andata a Londra è stato meraviglioso, Lazurus è la storia della vita dell’artista. Il tour è geniale e mi ha causato un rimescolamento emotivo. Si tratta di un vero capolavoro. Si vede che, preparando il musical, Bowie sapeva di morire. Ha dato il massimo come al solito» continua la fan.

Quello che è certo è che, a un anno di distanza, David Bowie «manca a tutti in un modo pazzesco». Con una lacrima in molti oggi ascolteranno e riascolteranno Black Star, il testamento artistico di David Bowie che in quell’album ha guardato in faccia la sua morte e l’ha tradotta in musica. Altri si commuoveranno con “Life of Mars”, uno dei brani più amati. E c’è chi si consolerà ascoltando “No pain”, quattro canzoni, colonna sonora del musical Lazarus che fanno parte di un nuovo EP lanciato ieri per celebrare questi primi 12 mesi senza il leggendario musicista britannico.