Un Gesù dei giorni nostri che ci osserva disilluso

Il grande attore Ascanio Celestini sarà al Teatro Nuovo di Varese domani sera con “Laika”

La potenza della voce di risuonerà al Teatro Nuovo di Varese. Il celebre attore, romano di nascita, si contraddistingue per la sua verve vocale, per la capacità di immobilizzare lo spettatore sulla sedia, di non farlo quasi respirare, nel momento in cui viene colpito e rapito dalle sue parole.

La sua capacità di narrazione teatrale è praticamente unica.

A Varese Celestini porta il suo ultimo spettacolo, Laika, all’interno della rassegna “Gocce – teatro contemporaneo tra pensiero e memoria”, diretta da .

L’opera racconta di un “improbabile” Gesù, che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo. Il Messia si confronta coi propri dubbi e le proprie paure. Vive chiuso in un appartamento di qualche periferia. «Dalla sua finestra – si legge nella presentazione – si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con Cristo c’è Pietro che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa,

compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla e gli ha messo accanto uno dei dodici apostoli come sostegno. Il vero nome di Pietro è Simone. La radice ebraica shama significa ascoltare. Dunque Simon Pietro è colui che ascolta. È anche un uomo del popolo che non capisce bene ciò che gli sta accadendo, è spesso affrettato nelle reazioni. I Vangeli ce lo mostrano quando corre verso Cristo che cammina sulle acque per poi finire tra le onde. Ma è anche il più materiale, per ciò è chiamato Kefa che in aramaico significa pietra: è lui che paga il tributo, lui che rinnega tre volte, lui che darà vita alla Chiesa».

Il Gesù Cristo di oggi non vuole che entri nessun altro, ma è interessato a ciò che accade fuori.

Osserva il mondo, le vicende umane che si sviluppano davanti ai suoi occhi.

«Il barbone è un nordafricano scappato dal proprio Paese. Insomma non il Cristo che è vero Dio e vero uomo, ma un essere umanissimo fatto di carne, sangue e parole. Non sappiamo se si tratta davvero del figlio di Dio o di uno schizofrenico che crede di esserlo, ma se il creatore si incarnasse per redimere gli uomini condividendo la loro umanità (e dunque anche il dolore), questa incarnazione moderna non potrebbe non includere anche le paure e i dubbi del tempo presente».

Appuntamento domani sera alle 21 al Teatro Nuovo di viale dei Mille, a Varese.

Biglietti: Intero, 25 euro – Ridotto, 22 euro – Studenti, 20 euro. Info e prenotazioni [email protected].