Un luogo incantato che protegge Varese. Dove arte e leggenda si mescolano alla fede

È il vero simbolo della Città Giardino: bellissimo durante l’estate e davvero magico in inverno

L’itinerario di oggi ci porta nel luogo simbolo di Varese lungo un percorso in bilico tra fede e altre: il Sacro Monte.
Il borgo di Santa Maria al Monte si staglia nelle giornate più limpide già dall’uscita dell’autostrada A8. Questo è un itinerario dedicato ai non varesini: i cittadini della Città Giardino, infatti, ben conoscono e amano questo luogo, bellissimo durante la stagione estiva, incantato durante quella invernale.
E se a Varese piove durante i mesi più rigidi, una volta arrivati aspettatevi di trovare neve ad imbiancare le viuzze acciottolate. Risulta scomodo, soprattutto per la carenza di parcheggi, cercare di raggiungere il borgo in auto. Una volta usciti dall’autostrada, seguire le indicazioni per il centro. Imboccare via Veratti, poi viale Aguggiari, seguire le indicazioni per il Sacro Monte. Una volta raggiunto piazzale Montanari posteggiare e prendere la linea di trasporto pubblico C.

Il percorso ha inizio in località Prima Cappella, frazione del Comune di Varese, inizio dell’itinerario. L’autobus “linea C” prevede la fermata all’inizio di Via del Santuario, poco prima dell’Arco del Rosario da dove inizia la Via Sacra. Un caratteristico vialone acciottolato di circa 2 km che si snoda tra 14 Cappelle seicentesche (la quindicesima è all’interno del Santuario) e altri due archi conduce all’antico borgo di Santa Maria del Monte.
Le Cappelle, ornate da affreschi e sculture,

rappresentano i Misteri del Rosario. Tra la prima e la Seconda cappella si incontrerà la celebre Fuga in Egitto, affresco firmato da Renato Guttuso. Al termine del Viale delle Cappelle si giunge davanti alla fontana e la statua del Mosè.
A sinistra si raggiunge il centro storico di Santa Maria del Monte con il Santuario della Beata Vergine affiancato dal Convento delle Suore Romite Ambrosiane, il Museo Baroffio e il Museo Pogliaghi. A destra, percorrendo la Via del Ceppo, si raggiunge Piazzale Pogliaghi, balcone panoramico sulle Prealpi Lombarde e punto di accesso intermedio essendo capolinea dell’autobus “linea C”. Il santuario è splendido: struttura e ornamenti consentono di leggere la storia del luogo. Dal romanico al barocco-rococò degli stucchi interni la chiesa racconta nel miglior modo possibile la storia dell’evoluzione dell’arte, dell’immaginazione e dell’ingegno umano. Bellissimo (e ben restaurato) l’organo firmato Biroldi.
Uscendo dalla chiesa sarà possibile accedere alla cripta oggetto di restauro (e tornata accessibile dopo 40 anni) dal 2013. La visita è guidata: 5 euro per avere a disposizione un Cicerone preparatissimo e gentile che vi racconterà la storia del luogo tra arte e leggenda. Sentirete di quando proprio da quella cripta Sant’Ambrogio fermò l’eresia bloccando gli Ariani. E poi si accederà agli affreschi. Essi ornano la cripta, presentano caratteri stilistici omogenei e sono riconducibili alle medesime maestranze intervenute in diversi momenti, poco distanti tra loro. Gli studiosi non sono concordi sulla loro datazione: secondo alcuni le diverse scene sono state eseguite tra il 1360 e il 1370; secondo altri, la loro esecuzione va avanzata ai primi anni del xv secolo, a causa di caratteri stilistici simili a quelli presentati dagli affreschi della Schirannetta di Casbeno datati 1408.
Indubbiamente si tratta di opere di una bottega locale che ripeteva con successo immagini dalla rigida frontalità, ma perfettamente riconoscibili, facendo prevalere l’aspetto devozionale su quello artistico. Uscendo, in pochi passi, sarà possibile raggiungere il museo Pogliachi, casa- studio dell’eccentrico artista-scenografo. Una collezione d’arte che va da reperti originali dell’età greca, passando da quella romana sino al Rinascimento, per arrivare alla sala principale dove, a grandezza naturale, si può ammirare il “bozzetto” (in gesso) della porta del Duomo di Milano. Potrete aver visto mille volte l’originale ma soltanto così noterete i dettagli e comprenderete la storia che racconta.

Il Sacro Monte raggiungibile anche con la funicolare (vi si accede con lo stesso biglietto del bus) che offre una salita mozza fiato con arrivo nella splendida stazione Liberty in legno. Per un pranzo c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Numerosi ristoranti offrono menù tradizionali o cucina stellare a prezzi diversi ma mai esorbitanti.