Tindaro Granata porta a Varese “Geppetto e Geppetto”

Il regista, attore e pedagogo Paolo Franzato dialoga con il vincitore del Premio Ubu 2016. Il quale sarà a teatro il 19 marzo alle 16.30

Domenica 19 Marzo 2017 alle ore 16.30 presso il Teatro “Mario Apollonio” Openjobmetis di Varese sarà in scena lo spettacolo “Geppetto e Geppetto”, una produzione Compagnia Proxima Res di Milano, Teatro Stabile di Genova e Festival delle Colline Torinesi, con testo e regia di Tindaro Granata, tra le principali rivelazioni del teatro italiano contemporaneo nonché Premio Ubu “Miglior novità drammaturgica” proprio per questo lavoro teatrale.

L’evento rientra nel calendario della 12esima edizione della rassegna teatrale “Pomeriggi Teatrali”, Stagione 2016/17, promossa dal Circolo Endas di Varese con la Direzione Artistica di Paolo Franzato.

Non ho una formazione prettamente accademica. Mi sono diplomato Geometra in Sicilia e subito dopo mi sono imbarcato su una nave e ho fatto il marinaio. Appena sbarcato mi sono trasferito a Roma e per i primi due anni ho fatto il commesso in un negozio. La sera frequentavo dei corsi di recitazione e il giorno lavoravo. Negli anni ho fatto il cameriere e vari corsi, ma mai una scuola. Un giorno per caso riuscii a sostenere un provino con Massimo Ranieri e fui scelto. Da commesso/cameriere diventai attore. Avevo 23 anni.


Senza dubbio i miei riferimenti sono stati e sono alcuni grandi maestri del cinema italiano con i qual sono cresciuto. In Sicilia mentre ero a scuola mi nutrivo di VHS di tutto il neorealismo e della commedia all’italiana. Germi, Visconti, Scola, Monicelli, Rosselini, De Sica. Tra i grandi attori: Gian Maria Volontè, Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Nino Manfredi, Vittorio Gasmann, Sofia Loren.

Non ho nessuna tecnica precisa, mi sento di dire che un attore che sale sul palco deve sapere quanto ha sofferto, qual è il suo percorso e di portare questo in scena. Non ci sono attori bravi che non abbiano mai sofferto. Sicuramente una persona che ha vissuto relazioni, gioie e dolori intensi e pienamente vissuti potrà restituirli sul palco e creare un collegamento con il pubblico. Spesso vedo attori e registi mettere in scena qualcosa che non appartiene a loro e si vede che non solo non l’hanno vissuto, ma anche che non attingono a qualcosa di vero. Ai giovani che mi chiedono come si fa a imparare a recitare io dico: guardate le persone vere, parlate la lingua italiana, conoscetela! Ha un potere immenso, non cercate di imitare un mondo che non ci appartiene come quello americano o inglese.


Sono un quarantenne che probabilmente non diventerà mai padre, sono sicuramente figlio e la condizione di figlio e di quarantenne mi obbligano a chiedermi che figlio sono stato fino ad oggi. Che padre sarei? Cosa significa essere figli ed essere padri oggi? Ecco, a queste domande non ho saputo dare una risposta ma ci ho scritto un testo teatrale.


Questo testo è stato scritto dopo aver incontrato, discusso e ragionato, nei bar vicino casa e alla stazione Centrale di Milano, insieme a persone alle quali ho rubato pensieri, dubbi, certezze, paure, stereotipi, dolcezze, comprensioni, rabbia, tolleranza, disinformazione, odio e amore, tante frasi e tante parole. Persone sul tram, per strada, al parco giochi, sul FrecciaRossa e infine parlando dalle 23.30 alle 03.05 con la signora Concetta Procopio, sul bus di ritorno da Castrovillari, il 2 giugno. Ho presentato la prima parte delle prove al direttore del Teatro Stabile di Genova e al Festival delle Colline Torinesi e subito dopo sono diventati i nostri co-produttori con la Proxima Res.

Devo dire che tutti e tre sono stati ruoli che si sono fusi tra loro. Mentre scrivevo mi immaginavo come avrei recitato il mio ruolo e anche alcuni ruoli di attori che avevo già scelto, per esempio sapevo che il mio “compagno” in scena sarebbe stato Paolo Li Volsi e quando scrivevo il suo ruolo mi immaginavo come lo avrei potuto dirigere. E’ stato bello anche lavorare con gli altri attori perché più di una volta ho “aggiustato” il testo su di loro mentre li dirigevo… è stato un tutt’uno con loro e con il triplo ruolo che ho ricoperto.

Alessia Bellotto è Franca, un’amica dei due Geppetti, prima contraria all’arrivo del loro figlio in futuro sarà affettuosa e materna. Nella vita reale è una fantastica e folle attrice piena di gioia di vita. Angelo Di Genio è Matteo, il figlio dei due Geppetti. Il vero protagonista della storia, poiché rappresenta il frutto dell’amore dei Geppetti. Angelo è un attore passionale e animalesco, talento puro. Carlo Guasconi è Walter un amico di Matteo. Giovane attore pieno di vita,

di forza e voglia di fare. Ha donato una bella anima inquieta e forte al personaggio di Walter. Paolo Li Volsi è Toni, uno dei Geppetti. È un grande attore capace di improvvisare e capace di dare fiducia ai propri compagni di scena che ho conosciuto diversi anni fa e da allora ho costruito un rapporto di lavoro fraterno. Toni è stato scritto per lui e su di lui. Lucia Rea fa due ruoli: è la “Maestra” nella prima parte e Lucia nella seconda. Giovanissima neo diplomata tra talento e bellezza ha portato nel gruppo tutto l’entusiasmo di chi inizia. Roberta Rosignoli è la “Madre”. Contro i consigli di alcuni amici, perché credevano che fosse troppo giovane per un ruolo del genere (deve interpretare una donna di almeno 40 anni più della sua età), l’ho voluta a tutti i costi e sono stato ripagato da un’interpretazione genuina e fortemente empatica col pubblico.

Sarò breve utilizzando una frase chiave dello spettacolo: “se ci sarebbe amore tutti i problemi non ci sarebbero”… (ndr l’errore è voluto!).


La critica è stata molto attenta allo spettacolo e al tema. Con gli spettatori abbiamo instaurato un rapporto molto intimo e di fiducia. Loro credono ai personaggi dello spettacolo perché noi cerchiamo di presentarglieli con meno artifici possibili, dunque c’è una grande empatia che ci unisce e ci rende tutti partecipi di questo grande rito che è il teatro.

L’Italia è una grande donna bellissima e affascinante che sa di avere un tumore. Nonostante i segni della malattia è sempre bella e affascinante. Tutti sanno che sta male, ma nessuno sa se guarirà a breve o rimarrà malata per sempre. Tutti si aspettano che guarisca perché sarebbe un peccato far morire cotanta bellezza. Il suo ostacolo maggiore sono tutti quelli che le fanno i complimenti per cose che lei non è. Molti la trattano come se fosse una francese, come se fosse spagnola, come se fosse americana o inglese. È italiana! È necessario che noi la amassimo e la rispettassimo, davvero, anche e soprattutto nel nostro piccolo.


Sono stato a Varese l’anno scorso con il mio Antropolaroid e allora ho ricevuto tanto affetto e tanta stima dagli spettatori varesini. Come reagiranno a Geppetto e Geppetto? Beh mi auguro di ricevere lo stesso affetto e io di donare a loro la stessa voglia di essere insieme per raccontarci una storia che ci porti in mondi che sono della nostra anima, belli, delicati e pieni di sensazioni emozionanti. Mi auguro di incontrare e di vedere a teatro i rappresentanti politici della città.

Dopo aver ricevuto questo ambito premio desidererei essere sempre libero di scrivere e fare ciò che amo. Vorrei essere sempre libero di sbagliare e ricominciare con la stessa gioia ed entusiasmo di adesso.