Tre giornate a tutto Pirandello. E Delia Cajelli rivive al suo Sociale

Da domenica 9 a martedì 11, una rassegna a cura del discepolo Paolo Scheriani

Teatro Sociale, Delia Cajelli rivive nelle “Giornate Pirandelliane”: a 35 anni dal primo spettacolo e a due anni dalla scomparsa della storica “anima” della struttura di piazza Plebiscito. E il Premio Delia Cajelli si fa in tre.

Era il 1982, quando Delia Cajelli metteva piede per la prima volta nel teatro Sociale con la compagnia degli Atecnici, curando la regia di “Questa sera si recita a soggetto” di Daniele Pirandello. «Era un teatro abbandonato, che faceva solo cinema – ricorda Daniele Geltrudi, allora scenografo, oggi vicepresidente dell’associazione Educarte, che porta avanti il testimone dell’impegno di Delia Cajelli – da lì iniziò l’“occupazione” di un teatro che oggi grazie all’eredità di Delia è uno dei principali luoghi d’incontro della città».

Ed è proprio “Questa sera di recita a soggetto”, «summa del teatro di Pirandello e testo fondamentale nella vita di Delia e del teatro Sociale», il “leit motiv” della tregiorni delle Giornate Pirandelliane, che Educarte propone da domenica 9 a martedì 11 aprile, a cura di Paolo Scheriani, regista e attore, anch’egli cresciuto alla scuola di Delia Cajelli. «Ha seminato molto bene – ammette Scheriani – come me, ci sono tanti altri che in quegli anni hanno iniziato con Delia e poi hanno percorso una strada tutta loro». Anche Marina Massironi, che lunedì sera racconterà del suo esordio al Sociale in “Sei personaggi in cerca d’autore”. Il marito di Delia Cajelli, Danilo Menato, da appassionato di didattica teatrale qual è, le definisce «Giornate Pirandelliane un po’ “mondane”».

In realtà, sottolinea il curatore Paolo Scheriani, «sono state coinvolte persone che fanno teatro da una vita, magari qualcuno più popolare, e che si sono confrontate con Pirandello in tanti anni di lavoro». Domenica, dalle 16, dopo gli interventi del professor Alberto Bisicchia e del regista Alberto Oliva, lo stesso Scheriani curerà uno “Studio per un possibile allestimento di Questa sera si recita a soggetto”, con altre “eredi” della scuola di Delia Cajelli, come Nicoletta Mandelli,

Cetti Fava e Raffaella Corradini (queste ultime due presenti nello spettacolo del 1982), attori importanti come Mino Manni e Paolo Gatti e una scenografia che agli elementi “storici” di Geltrudi affiancherà quelli innovativi di Caterina Crepax, figlia di Guido. «Per ora una startup, ma potrà diventare un allestimento completo». Nel corso dell’Aperitivo Pirandelliano di lunedì alle 19, una sorta di talk show con proiezioni video, interverranno, oltre a Marina Massironi, la grande Ornella Vanoni (debuttò al Piccolo con Strehler in “Sei personaggi”) con un contributo video. Ma anche Giuseppe Pambieri, che con il regista Giuseppe Argirò svelerà un estratto dello spettacolo “Centomila, uno, nessuno”, ispirato a Pirandello, e Annig Raimondi, che racconterà dei suoi allestimenti di pirandelliani.

Un premio triplice

Tutti gli ospiti riceveranno il “Premio Delia Cajelli per il teatro-Città di Busto Arsizio”, un riconoscimento che, sotto il simbolo dalla pedana-palcoscenico realizzata da Geltrudi per “Questa sera si recita a soggetto” nel 1982, va ad affiancarsi al “Premio Delia Cajelli” per le scuole, che consiste nella rappresentazione di un allestimento di un atto unico di Pirandello da parte delle scuole superiori, e che l’anno prossimo verrà accompagnato anche dal “Premio Delia Cajelli-Pirandello 2.0”, rivolto alle compagnie teatrali under 35. «Perché – spiega Schierani – di rado i giovani si cimentano con Pirandello, tendono a preferire Shakespeare e le tragedie greche».

La tregiorni si conclude martedì alle 9.30 con la tradizionale giornata di studi tenuta dal Centro nazionale di Studi pirandelliani e con la premiazione e la rappresentazione delle scuole dell’atto unico “L’uomo dal fiore in bocca”.