Adesso basta. «Roma, dacci i nostri soldi»

La manifestazione riunisce sindaci, associazioni e sindacati. Un solo grido: «Ad Alitalia 600 milioni dalla sera alla mattina. Dove sono i 66 milioni che aspettiamo da 12 anni?»

«Ad Alitalia 600 milioni in poche ore, ai Comuni aeroportuali 66 milioni in meno in dodici anni». Il prestito ponte ad Alitalia è la classica goccia che fa traboccare il vaso della pazienza per il territorio in cui sorge l’aeroporto di Malpensa. «Chiunque governi, deve sapere che il territorio è pronto a reagire. Altrimenti non è mai l’ultima volta» la promessa di , presidente di Volandia, ormai ex leghista, promotore della manifestazione di protesta inscenata ieri di fronte alla “porta 19” del Terminal 1 di Malpensa.

Al suo fianco ci sono tre sindaci del Cuv (Somma Lombardo, Cardano al Campo e Vizzola Ticino) e qualche amministratore locale (un assessore di Samarate e uno di Bagnolo Mella, in provincia di Brescia), l’associazione pro-Malpensa “Aeroporti Lombardi”, il sindacato Confial Trasporti e alcune associazioni del territorio, oltre a ed di “Fare tornare grande il Nord”, la neonata associazione indipendentista vicina ad .

In tutto un centinaio di persone. Poche? Non per Reguzzoni, che si dice «molto contento» per la partecipazione. «Abbiamo storie politiche differenti, ma questo è un valore aggiunto quando c’è da difendere il territorio» fa notare il sindaco di centrosinistra di Somma Lombardo . Che annuncia «un documento unitario dei sindaci sui piani di sviluppo di Malpensa, con proposte concrete, positive e costruttive. Perché affermare che i sindaci del territorio siano contro Malpensa è sbagliatissimo: l’aeroporto è una ricchezza e il suo sviluppo deve essere sostenibile ed equilibrato».

La vicenda dei soldi ad Alitalia è emblematica. «Se Alitalia non avesse abbandonato Malpensa, non sarebbe finita in queste condizioni – sostiene , segretario provinciale di Confial Trasporti – dal dehubbing, è un aeroporto con il contagocce, in cui i lavoratori hanno pagato tantissimo. Ma adesso è chi ha fatto il fenomeno comprando la compagnia che deve metterci i soldi, non i contribuenti».

La sproporzione tra i 600 milioni di prestito ad una compagnia privata trovati in poche ore con i 66 milioni di arretrati della tassa d’imbarco attesi dai Comuni aeroportuali grida vendetta. «Fu una battaglia vinta, poi ci fu subito la fregatura» racconta Marco Reguzzoni. «Ma non ci prendono più in giro. Siamo qui perché ci accomuna la voglia di difendere il nostro territorio».

Da anni i sindaci aspettano che lo Stato – come prevede la legge che istituì l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco, una tassa arrivata a 6,50 euro su ogni passeggero – versi i 40 centesimi dovuti, tanto da intentare causa allo Stato stesso. Si tratta di somme che vanno dai tre milioni e mezzo di Somma Lombardo ai 300 mila euro di Vizzola Ticino.

«Sono soldi del mio Comune, per dare dignità ai miei cittadini e al mio paese» sottolinea il sindaco di Vizzola «Il paradosso – aggiunge il sindaco di Cardano al Campo – è che con la crisi di Malpensa le difficoltà dei cittadini dei nostri Comuni sono aumentate, ma noi sindaci siamo in una morsa, perché le risorse sono sempre meno e questi 40 centesimi ci servono non per fare assistenzialismo ma per dare risposte».