Artigiani senza contratto. Le prime manifestazioni

I lavoratori hanno deciso di protestare davanti all’Officina di Parolo, presidente di Cna

Sono più di 15.500 i lavoratori artigiani varesini che ancora attendono il rinnovo del contratto scaduto ormai dal 2015 per la parte nazionale e dal 2014 per la parte regionale di secondo livello. E ieri da Gallarate sono partite le prime manifestazioni, con i lavoratori del comparto del legno e lapidei, per protestare contro una situazione che le tre sigle sindacali di categoria, Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil definiscono inaccettabile dal momento che «le associazioni artigiane lombarde si rifiutano di avviare la trattativa».

E la manifestazione ha scelto una sede non proprio tradizionale: davanti all’Officina di , presidente regionale di Cna, in via Lario, che presidiata dalle forze dell’ordine ha suscitato molti sguardi curiosi dei passanti che frequentano l’adiacente centro commerciale Malpensa Uno.

Una scelta criticata con parole dure dallo stesso Parolo che nella mattinata di ieri ha poi accettato di incontrare i manifestanti: «CNA Lombardia conferma, di fronte alla decisione dei Sindacati di organizzare presidi presso le imprese dei Presidenti regionali di CNA e Confartigianato, la propria energica perplessità per l’anomala confusione tra il ruolo istituzionale delle Organizzazioni datoriali preposte alla dialettica sindacale e le persone e le particolari situazioni aziendali dei Presidenti. È un precedente grave e siamo di fronte ad un caso di disintermediazione delle rappresentanze datoriali (ed indirettamente sindacali) che sembra allinearsi con alcune prassi sociali e politiche che abbiamo più volte indicato come contrarie ai principi di fondo di una democrazia fondata sulla rappresentanza».

Tuttavia l’associazione ha aperto al dialogo e ha confermato «la volontà di affermare una continuità delle relazioni sindacali e una ripresa della contrattazione collettiva regionale di lavoro».

Un’apertura importante per il sindacato: «Per noi è fondamentale procedere al rinnovo del contratto – ha spiegato ieri di Filca-Cisl dei Laghi – non solo per adeguare la parte salariale ma anche come strumento di lotta al lavoro nero, per rilanciare l’attenzione alla previdenza complementare, riconoscere la flessibilità e articolare il premio variabile annuo».

Il presidio, ha aggiunto , segretario generale aggiunto Cisl dei Laghi «vuole sollecitare le associazioni dell’artigianato all’assunzione di responsabilità nei confronti dei tanti lavoratori che attendono il rinnovo: chiediamo che la Lombardia per prima dia un segnale di apertura. Il rinnovo del contratto è un dovere nei confronti dei tanti collaboratori che in questi anni hanno sostenuto le aziende con il loro lavoro e professionalità».