Diciottenne in schiavitù, costretta a prostituirsi. Tre persone arrestate

Condotta in Italia per cercare lavoro, la giovane rumena è stata privata della libertà e obbligata a prostituirsi. Dietro a tutto un imprenditore italiano di Gallarate e due donne rumene

– Nel pomeriggio del 28 settembre sono state arrestate tre persone per i reati di riduzione in schiavitù, reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione, ai danni di due donne di nazionalità rumena: all’epoca dei fatti una era appena diciottenne e l’altra trentanovenne.

I tre indagati sono un imprenditore commerciale di gallarate di nazionalità italiana, la sua compagna rumena di 35 anni ed una connazionale di 42 anni: entrambe le donne dedite all’esercizio della prostituzione.

Da quanto ricostruito dagli inquirenti, la prostituzione era esercitata in un appartamento di via Oslava ed erano gli indagati stessi a procurare i clienti alle donne grazie ad annunci pubblicati su siti internet e su un noto quotidiano locale, oltre a gestire il tariffario dei clienti associato alle singole prestazioni.

L’indagine ha preso le mosse la sera del 18 gennaio scorso, quando la sorella della diciottenne ha contattato il commissariato della Polizia di Stato Sulmona: la donna aveva perso i contatti con la sorella, temendo che fosse stata costretta a prostituirsi da una connazionale.

Si è scoperto che la giovane diciottenne era stata privata del passaporto della libertà di poter avere contatti con i familiari. Vittima di aggressioni verbali e fisiche -oltre che con una pistola che poi è risultata essere a salve-, la giovane veniva obbligata a prostituirsi sotto il ferreo controllo delle due indagate rumene.