Egle ha vinto la sua battaglia: sì alla pensione di reversibilità

La vedova del “già sindaco” di Cassano Magnago Domenico Uslenghi ha visto riconosciuti i suoi diritti

Egle Mela ce l’ha fatta: dal mese prossimo la vedova dell’ex sindaco Domenico Uslenghi avrà finalmente la pensione di reversibilità, che le era stata in gran parte sottratta dalla cosiddetta “legge anti-badanti”, ora bocciata dalla Corte costituzionale.

A beffare la cassanese, che aveva anche promosso una petizione on line indirizzata al leader leghista Matteo Salvini, era stata proprio una norma voluta dal Carroccio, il partito cui il marito, scomparso nel 2013, si era dedicato per 20 anni. In vigore dal 2012, il provvedimento voleva limitare il fenomeno delle straniere approfittatrici, che sposerebbero uomini di una certa età soltanto per ottenere la cittadinanza italiana e beneficiare poi del vitalizio del consorte defunto. Per questo,

in base alla legge che lo scorso luglio è stata giudicata incostituzionale dalla Consulta, la persona unita a un coniuge già ultrasettantenne al momento delle nozze e più anziano di oltre 20 anni, alla morte di quest’ultimo, percepiva l’intera pensione di reversibilità solo nel caso in cui fossero trascorsi almeno 10 anni dal matrimonio: altrimenti, l’importo veniva ridotto del 10% per ogni anno mancante.
Era proprio questo il caso della moglie di Uslenghi, morto neppure tre anni dopo le nozze, celebrate il primo luglio 2010, quando Egle aveva 40 anni e il marito 72. «Non si può fare di tutta l’erba un fascio: non tutte le donne che si uniscono a un uomo più anziano lo fanno per interesse» aveva denunciato alcuni mesi fa la vedova del popolarissimo “già sindaco”, come amava essere definito l’ex primo cittadino, che ha amministrato Cassano Magnago dal 1993 al 2002. Con lui Egle era andata a vivere nel 2005, per poi sposarlo quando Uslenghi era ormai riuscito a ottenere il divorzio dalla seconda moglie: nel frattempo, si è amorevolmente presa cura del futuro consorte, colpito da un infarto nel 2008, mentre si trovava tra i banchi del consiglio regionale, e sottoposto perciò a due delicati interventi chirurgici. Il ruolo della signora Mela, però, non è mai stato quello di una badante, come ha sempre tenuto a puntualizzare: «Il nostro è stato un matrimonio vero».
Dopo una tenace battaglia, che era anche finita all’attenzione dei media nazionali, Egle ha ora visto riconosciuti i propri diritti, «alla faccia dei quattro ignoranti che hanno voluto quella legge assurda», come ha scritto la cassanese sulla sua pagina di Facebook, esprimendo soddisfazione per la sentenza della Corte e ringraziando le tante persone che hanno sostenuto questa causa.