I dipendenti “infedeli” smerciavano droga a Malpensa

Quattro addetti dello scalo tra cui due varesini nella maxi inchiesta della Procura di Roma

– Ci sono anche quattro dipendenti aeroportuali di Malpensa tra i 19 soggetti raggiunti da una misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Roma e ritenuti facenti parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con base a Roma e ramificazioni all’estero.

Coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma , i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata – e i Poliziotti della Sezione Narcotici della locale Squadra Mobile, insieme ai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Malpensa e ad agenti del Commissariato di Fidene Serpentara, hanno condotto indagini, anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, all’esito delle quali sarebbe stata accertata l’operatività, nella capitale, di un gruppo criminale, che sarebbe responsabile di diverse importazioni di droga, in parte destinate alla ‘ndrangheta e, in particolare, alla cosca Alvaro Sinopoli.

Sarebbero oltre 500 i chilogrammi di cocaina sequestrati in Italia e all’estero e 13 gli episodi accertati. La Guardia di Finanza di Malpensa, nell’ambito di una costola dell’inchiesta, ha arrestato quattro dipendenti dello scalo. All’aeroporto di Milano Malpensa, infatti, i carichi di droga in arrivo via aerea, sarebbero stati garantiti grazie alla presunta connivenza da parte di un gruppo di dipendenti aeroportuali “infedeli”: gli arrestati M. A. e Ivano C. residenti nel novarese, R. N. di Angera e P. M. di Gallarate.

A tal proposito, grazie alle indagini effettuate dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Malpensa, sarebbero emersi riscontri rispetto il ruolo degli operatori, incaricati del ritiro del narcotico contenuto nei contenitori del catering per i passeggeri. Approfittando delle stive degli aeromobili il 31 maggio 2015 e il 16 agosto del 2015 sono stati sequestrati rispettivamente 32.450 chilogrammi e 18,55 chilogrammi di cocaina, sempre occultati a bordo di aerei provenienti dall’aeroporto de “La Romana”.

La vicenda complessiva nasce dalla confluenza di diverse attività investigative della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza. In una prima fase, la Polizia, tra l’autunno del 2013 e i primi mesi del 2014, aveva identificato in alcuni degli arrestati i fornitori di un ingente carico di droga, pari a 35 chilogrammi di cocaina 20 chilogrammi di marijuana e 10 di hashish, così avviando una più ampia attività investigativa che, il 26 novembre 2013 culminò nel clamoroso sequestro, nel porto di Cagliari, di 252 chili di cocaina.