Il via vai nella scuola abbandonata. La rabbia dei residenti di via Bottini

L’ex Gerolamo Cardano diventata dormitorio e ritrovo di sbandati a Gallarate

L’edificio abbandonato di via Bottini, a pochi metri dal centro storico, torna ad essere sotto la lente d’ingrandimento dei gallaratesi che abitano nelle immediate vicinanze.

Nato come scuola femminile, è stato per più di 15 anni la sede delle scuole Gerolamo Cardano e a seguito del riordino degli edifici scolastici avvenuto nel 2009, è stato dismesso. A distanza di otto anni, il suo futuro è incerto. Una cosa è certa, ad oggi la struttura è lasciata a se stessa e «in balia di chi – racconta una residente delle case circostanti – decide di entrarci per gioco, per dormire o per fare chissà

cos’altro». Una situazione che, soprattutto nell’ultimo periodo, incomincia a stare stretta a chi, a malincuore, è costretto a convivere con «dei “vicini”, se così li posso definire – afferma un’altra cittadina – che si dimostrano incivili ed irrispettosi nei confronti non solo di un bene pubblico ma anche di chi vive attorno ed in alcuni casi anche dei beni di proprietà». Una signora rammenta come una mattina il marito ha ritrovato la propria auto parcheggiata davanti alla scuola «circondata da bottiglie di plastica e, in base all’odore, scambiata anche come una latrina. Ma è mai possibile?». Nei mesi passati, l’amministrazione guidata dal sindaco , dopo alcune segnalazioni aveva provveduto ad installare una lamina davanti al portone d’ingresso per impedire l’accesso alla struttura. Una protezione che, nei giorni scorsi è stata divelta, creando così una via d’accesso ai due piani, alle due ali laterali, al cortile interno ed al giardino. «L’altra sera – segnala la figlia di una residente – ho visto un gruppo di una decina di sedicenni, tutti maschi tranne una ragazzina, che stavano entrando».

La precedente amministrazione, aveva individuato due proposte per ridestinare le ex Gerolamo Cardano e tra la nuova sede dell’Istituto Musicale Puccini e la nuova biblioteca, ad uscire vincitore è stato il secondo progetto. Un punto che è stato al centro di un acceso dibattito durante la campagna elettorale e che vedeva i due principali contendenti alla fascia di primo cittadino su posizioni diametralmente opposti. Da un lato l’ex sindaco che sosteneva l’idea portata avanti dalla sua giunta e dall’altro l’attuale numero uno di Palazzo Borghi fortemente contrario.

Le dichiarazioni di Cassani si sono tramutati in fatti quando, a poche settimane dalla sua investitura, ha deciso di bloccare le procedure d’appalto (avviate dalla giunta Guenzani) per il primo lotto di lavori. La motivazione è da ricercare nei fondi necessari per la realizzazione dell’opera che, a conti fatti sarebbe costata più di 6 milioni di euro. Ed ora? «La nostra non vuole essere una critica fine a se stessa – conclude la cittadina – vorremmo che l’amministrazione intervenisse in maniera definitiva».