Il volo dei miracolati: «Quindici minuti prima e sarebbe toccato a noi»

Da Malpensa - Il racconto dei passeggeri dell’aereo delle 7.07

Il volto dell’apprensione e del pericolo scampato è atterrato a Malpensa alle 13.34, ieri al terminal 2, con il volo easyJet decollato alle 7.07 per Bruxelles e dirottato a Maastricht. Dell’attacco kamikake all’aeroporto di Zaventem l’equipaggio ha avuto notizia mentre era in volo, diretto proprio nello stesso scalo.
«Quelli di easyJet sono stati gentilissimi, non ci hanno fatto spaventare ma ci hanno detto che saremmo atterrati a Maastricht e poi avremmo potuto decidere cosa fare, se proseguire in pullman verso Bruxelles o no»

riferisce , la prima passeggera tra i 55 rientrati a varcare la soglia degli Arrivi, il volto teso e tanta voglia di scappare via dall’assalto di fotografi e giornalisti. «Quando siamo atterrati a Maastricht abbiamo saputo tutto e di fronte alla proposta di esayJet di riportarci a casa, abbiamo accettato subito di buon grado» ricorda la donna, residente a Como, che doveva raggiungere Bruxelles per lavoro. Ci tornerà? «Certo che ci ritorno» risponde decisa mentre si abbandona a un abbraccio quasi liberatorio con la persona che la stava aspettando.

Quindici minuti prima e anche i passeggeri del volo delle 7.07 sarebbero stati dentro l’inferno. «Abbiamo girato sopra il cielo belga per una ventina di minuti, ho subito pensato a un problema – racconta di Torino dipendente di una società che lavora a sua volta per l’Unione europea – Io ero diretto nella zona del secondo attentato. Fossimo arrivati prima, non saremmo qui a raccontarla». Non c’è passeggero sceso da quel volo deciso a non volare più. La voglia di reagire è palpabile. «Certo che volerò ancora – dice con forza di Alessandria, in viaggio per lavoro – Saremmo anche rimasti a Maastricht se non avessimo sentito dei nostri amici chiusi in albergo a Bruxelles perché le forze di polizia consigliavano appunto di non muoversi».

Ma la paura c’è. «Siamo costantemente sotto pericolo, in preda all’incertezza» si sfoga , residente a Monza. Lei avrebbe dovuto partecipare a un meeting internazionale per la società in campo medicale per la quale lavora e il suo pensiero è andato subito ai colleghi arrivati da altri paesi: «Non so nulla di loro. Chissà chi è atterrato a Zaventem ora dov’è»., funzionario della Commissione europea, ha pensato subito a qualcosa di grave quando ha saputo che l’aereo su cui volava sarebbe stato dirottato altrove: «Appena ho acceso il cellulare ho trovato moltissime chiamate, poi ho scoperto quello che era appena successo. Così ho chiamato i miei colleghi, erano chiusi negli uffici e non potevano muoversi».