In piazza suona la storia del Buscadero

Appuntamento domani sera davanti al Carù Dischi per celebrare 37 anni di musica e poesia

Per gli amanti della musica rock, e non solo, l’appuntamento da segnare in agenda è per domani sera alle ore 21 in piazza Libertà per il “Buscadero Tribute”. Il mensile, nato a Gallarate a dicembre del 1980, nel mese di maggio ha raggiunto quota 400 numeri. «È un traguardo importante perchè, quando abbiamo iniziato c’era molta concorrenza, ma col tempo, molte hanno chiuso – racconta , storico proprietario del Carù dischi ed editore della rivista – soprattutto se si pensa che tutti i giornalisti ed i vari collaboratori lavorano gratuitamente».

Pur avendo una tiratura nazionale, come spesso accade, il ricavato delle vendite serve per coprire i costi di produzione, stampa e distribuzione. Un aspetto, quello della gratuità, che non incide minimamente sul livello qualitativo dei pezzi pubblicati, anzi «quando qualcuno ci chiede di poter scrivere per la rivista – afferma il proprietario dello leggendario negozio di musica gallaratese – prima chiediamo di inviarci dei loro pezzi già pubblicati o di realizzarne qualcuno di prova».

Una scelta ben precisa che, negli anni, ha trasformato la rivista in uno dei principali punti di riferimento nel panorama musicale e che i lettori hanno dimostrato di apprezzare. «Ogni numero è un progetto differente da quello che lo ha preceduto – precisa Carù – una cosa rimane, almeno in parte, invariata ed è la nostra linea editoriale».

Sfogliando le pagine di Buscadero non mancano mai delle retrospettive che vengono scelte mensilmente – perchè «ci piace regalare ai nostri aficionados uno sguardo al passato ed ai grandi nomi, ahimè, a volte sconosciuti al grande pubblico» – racconti di concerti e live session, senza contare le interviste esclusive e le recensioni. «Quando scegliamo un album da recensire – puntualizza Carù – scegliamo gli artisti o i gruppi che ci piacciono. Non abbiamo mai seguito i “consigli” delle case di produzione, non è nel nostro stile».

Un’indipendenza ed una libertà di pensiero che è alla base di quell’avventura nata trentasette anni fa da un gruppo di persone e di amici «follemente innamorati della musica» e che, per la prima copertina, avevano scelto Bruce Springsteen con la sua famosa camicia a quadri.

«A casa ho tutte le copie – confessa Carù – ognuna rappresenta per me qualcosa di unico e di irripetibile. Sono il racconto di una bellissima storia». Un viaggio che ha percorso tre decadi e che prosegue come un treno in corsa perchè, come dichiara Carù, «ci sono molti giovani (e anche meno giovani) che, spinti dalla passione per la musica, ci chiedono di scrivere».

Un impegno che lo stesso Carù definisce bello e difficile, al quale però, non saprebbe resistere: «Per questo sono stato felice di segnalare agli organizzatori dell’evento le Band che suoneranno» conclude Carù.

Sul palco allestito dal Naga domani si esibiranno gli Hot Coals, i Tyrant, i The Bos ed i Pigreco per una festa al ritmo del rock nelle sue diverse sfumature dal rock blues al southern rock, importato dall’America ma che ha molti seguaci anche in Italia.